«L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ DURA»

DI FRANCESCO MININNIIl commediante è quella persona che, per natura, non può fare a meno di vedere le cose con sguardo ironico e che, anche quando affronta argomenti che per loro natura sarebbero molto tristi, cerca di filtrarli attraverso la necessità del sorriso. La difficoltà di quest’operazione risiede nel fatto che occorre una grande misura: da una parte per non cadere nella farsa sconclusionata, dall’altra per non dare un’impressione di seriosità che suonerebbe falsa. Carlo Verdone è un commediante, quindi sottoposto a tutti i rischi del caso. Conserva però una certa vena malinconica che gli potrebbe rendere più facile mantenere il giusto equilibrio. «L’amore è eterno finché dura» conferma la sua volontà di non confinarsi nell’ambito della risata e del bozzetto costruendo personaggi complessi, presentando situazioni credibili, lasciando la storia aperta al contributo dello spettatore di modo che ognuno decida da solo, nell’obiettiva confusione nella quale viviamo, quale possa essere il destino delle parti in causa.

Le coppie sono formate da Gilberto e Tiziana, sposati da quasi vent’anni e con una figlia diciassettenne, e da Andrea e Carlotta, conviventi da sei mesi. La crisi degli sposi scatta quando Tiziana viene a sapere che il marito frequenta un locale dove si svolge lo «speed-date» (conversazioni-lampo di tre minuti per trovare l’anima gemella). Cacciato da casa, Gilberto è ospitato da Andrea e Carlotta, lui maniaco dell’organizzazione delle vite altrui, lei desiderosa di libertà. A lasciarlo fare, il destino fa presto a rimescolare le carte…

Sovrastato dalla teoria degli istrici, che devono trovare la giusta distanza per non pungersi e non perdersi, «L’amore è eterno finché dura» ripropone il difetto storico di Verdone che, anche quando lavora di fino sui personaggi e sulle situazioni, non può fare a meno di inserire qualche scorcio di comicità borgatara. Così facendo, l’autore romano continua, come Pinocchio, a nuotare verso la capretta senza raggiungerla mai. Anche in un caso come questo, in cui una buona sceneggiatura e un ottimo cast gli davano la possibilità di arrivare a traguardi più importanti, il risultato non è del tutto compiuto. Ribadiamo la nostra idea: Verdone dovrebbe per una volta concentrarsi esclusivamente sulla regia senza costringersi a diventare in ogni film il manifesto vivente della propria opera.

«L’amore è eterno finché dura» segna (ironicamente, dato l’argomento trattato) il ritorno di Vittorio Cecchi Gori alla produzione. È un film divertente, anche riflessivo, con qualche concessione alla moda sia nella forma che nel contenuto, interpretato molto bene da Stefania Rocca e Laura Morante e con una debuttante, Lucia Ceracchi, da rivedere in un ruolo meno prestampato di quello della figlia sballottata dagli eventi ma, a lungo andare, più saggia dei genitori. Attendiamo Verdone a un risultato cui potrebbe arrivare tranquillamente: dimenticando Sordi, le macchiette, i vari «mortacci vostri» e coltivando un talento in parte ancora inespresso.

L’AMORE E’ ETERNO FINCHE’ DURA di Carlo Verdone. Con Carlo Verdone, Laura Morante, Stefania Rocca. ITALIA 2003; Commedia; Colore