«THE WOODSMAN»

DI FRANCESCO MININNI«The Woodsman» è un film importante. A dirigerlo è una studentessa di cinema, Nicole Kassell, che si è interessata al testo di Steven Fetcher, ha scritto con lui la sceneggiatura, ha convinto Kevin Bacon ad interpretare il ruolo del protagonista e ha persino trovato un produttore, Lee Daniels (lo stesso di «Monster’s Ball»). Tutto questo è segno di entusiasmo, volontà e puntiglio. Ma non è per cose come queste che un film diventa importante.

«The Woodsman» è importante per l’argomento che affronta, per come lo affronta e per alcune scelte che, al di là di una conclusione scopertamente buonista, indicano negli autori coraggio e voglia di uscire dai binari del solito spettacolo (sia pure a tesi come questo). In poche parole, «The Woodsman» parla di una vita difficile, di sbagli da rimediare, di cattiveria e di voglia di ricominciare.

Walter ha scontato una condanna a dodici anni per atti di pedofilia. Uscito dal carcere, torna alla città natale e al vecchio lavoro di falegnameria. Ma scontare una condanna non significa superare il problema: un po’ per la paura che l’uomo si porta dentro, un po’ per la diffidenza di chi sa e non crede possibile un cambiamento, un po’ per la crudeltà di chi sfrutta il tutto a fini scandalistici, un po’ perché Walter davvero potrebbe ricadere nell’errore. L’aiuto di Vickie, che ha deciso di stargli vicino, potrebbe essere importante. Ma alcune coincidenze lo saranno ancora di più: un altro pedofilo che agisce nel quartiere e soprattutto l’incontro con Robin, una dodicenne che, inconsapevole, opererà il miracolo di far sì che Walter si guardi finalmente allo specchio.

Narrato con stile essenziale, quasi da film-verità, «The Woodsman» non è un thriller. Eppure colpisce duro, catturando lo spettatore e non mollando la presa fino a un climax drammatico (la scena con la bambina nel parco) che tiene con il fiato sospeso fino a una soluzione umanissima e credibile. Dopodiché, il voler ribadire che Walter è uscito dal tunnel diventa addirittura superfluo per due motivi: il primo è che lo avevamo già capito da soli, il secondo è che in realtà il percorso dell’uomo, una volta abbattuto l’ostacolo più grosso, è comunque lontano dall’essere concluso. La parola «fine», in realtà, dovrebbe essere sostituita da «continua».

Grazie allo stile senza fronzoli di Nicole Kassell e alla straordinaria, coinvolgente interpretazione di Kevin Bacon, «The Woodsman» fa capire molte cose. Che al mondo c’è posto per tutti, che chi è caduto può sempre rialzarsi, che non sempre chi è stato in prigione è peggiore di chi è rimasto fuori, che viviamo in tempi difficili, che a volte i miracoli si manifestano in forme un po’ strane. E che il cinema può ancora raccontare tutto questo senza rispondere soltanto alle esigenze dello spettacolo e del marketing. Se vi sembra poco…

THE WOODSMAN di Nicole Kassell.Con Kevin Bacon, Kyra Sedgwick, Mos Def.USA 2004; Drammatico; Colore

Il sito ufficiale del film