«ROMANZO CRIMINALE»
Ma Placido ha il piglio del narratore popolare che gli permette di aggirare l’ostacolo: con qualche difetto di sceneggiatura, qualche personaggio irrisolto e un inutile prolungarsi del racconto, «Romanzo criminale» è un buon esempio di quel thriller popolare di cui furono precursori Luigi Zampa («Processo alla città») e Pietro Germi («In nome della legge»), prima che Rosi e Damiani lo portassero a una dimensione più scopertamente politica.
Il Freddo, il Dandi, il Libanese e il Nero sono i soprannomi che identificano i componenti della banda della Magliana, che negli anni Settanta prese possesso di Roma iniziando con un sequestro di persona, proseguendo col traffico di droga e finendo per essere usata dai poteri occulti dello Stato a scopi eversivi. Questa è la storia. Ma De Cataldo e Placido ne raccontano un’altra, come può averla immaginata la fantasia popolare.
Ne esce un ritratto particolare: di gente comune che, per qualche strana magia, si ritrovi nelle situazioni di un film e cui soltanto la morte permetta di ritornare nella vita vera. A raccontarla così sembra una scommessa e probabilmente lo è. Quando non eccede in sentimentalismi o scivola sul personaggio troppo vago e pretestuoso del commissario Scialoja, Placido ottiene un risultato concettualmente vicino ai grandi western di Sergio Leone: fingendo di raccontare il mito, dà lezioni di storia.
ROMANZO CRIMINALE di Michele Placido. Con Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi, Jasmine Trinca. ITALIA 2005; Thriller; Colore