«I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN»

DI FRANCESCO MININNIStrana la vita: nel 1997 Ang Lee, taiwanese a Hollywood, raccontò in «Tempesta di ghiaccio» l’indifferenza, il nichilismo, il gelo dei sentimenti della borghesia medio-alta nell’anno del Watergate. Gli costò un insuccesso, la diffidenza dei produttori e il rancore del pubblico. Oggi che con «I segreti di Brokeback Mountain» racconta omosessualità, intolleranza, matrimoni di facciata, necessità di esternare sentimenti scomodi in una società repressiva e una passione che va oltre la morale comune e l’ostracismo dei benpensanti, vince un Leone d’Oro a Venezia, fa incetta di Golden Globe e si ritrova la strada spianata verso l’Oscar. E qui cominciamo a non capire. Perché, se è vero che entrambi i film raccontano verità invise a perbenismo e ipocrisia, è indiscutibile che «Tempesta di ghiaccio» resta un oggetto filmico enormemente più trasgressivo e lancinante rispetto a un melodramma privo di solide fondamenta e inquadrato in una moda che qualcuno vorrebbe trasformare in verità assoluta.Perché Ennis e Jack, incaricati di badare a un gregge di pecore su Brokeback Mountain nel Wyoming, in una notte particolarmente fredda intreccino un legame omosessuale che li segnerà per la vita, non è chiaro. Né predisposizione, né segnali premonitori: tutto sembra legato al desiderio di un attimo (quindi all’istinto). Ma anche se i due si sposeranno e avranno dei figli, continueranno a vedersi e ad amarsi (sempre su quella montagna) finché la morte di Jack metterà fine all’intreccio. Ma non al sentimento, che in Ennis vivrà per sempre. Forse «I segreti di Brokeback Mountain», con un uomo e una donna invece che un uomo e un uomo nella tenda galeotta, sarebbe stato una soap-opera. Perché è chiaro che Lee, più conformista e meno coraggioso che in passato, inserisce la vicenda gay su un’intelaiatura tipica del melodramma anni Cinquanta: grande amore, convenzioni sociali, drammi familiari e conclusione tragica, come nelle opere di Douglas Sirk (una per tutte: «Come le foglie al vento») con Jake Gyllenhaal al posto di Rock Hudson e Heath Ledger al posto di Dorothy Malone. Ne esce un film che, enfatizzando al massimo l’idea di amore senza barriere, perde i connotati storici e diventa un’astrazione difficile da collocare. Salvo quando il ricatto emotivo legato all’idea di una morte violenta vorrebbe indurci ad acquistare l’intero pacchetto.Ang Lee ha l’accortezza di non praticare un cinema aggressivo e totalizzante, che avrebbe sicuramente distolto non solo il grande pubblico, ma anche le giurie internazionali. Finisce però che il film si ricorda per belle notazioni ambientali e un buon tema musicale per chitarra. Il resto appartiene all’archivio dei sentimenti popolari con aggiornamenti che, anche fossero politicamente corretti, suscitano forti e legittime perplessità.

I SEGRETI DI BROKEBACK MOUNTAIN (Brokeback Mountain) di Ang Lee. Con Heath Ledger, Jake Gyllenhaal, Michelle Williams, Randy Quaid. USA 2005; Drammatico; Colore