«LA CURA DEL GORILLA»

DI FRANCESCO MININNILa malattia di Sandrone, detto Gorilla, è di quelle che possono segnare una vita. Fin dall’infanzia, infatti, Sandrone soffre di insonnia. Ma non un’insonnia da manuale: ogni volta che si addormenta diventa Socio, più prepotente e attivo, capace di disfare di notte quello che lui ha costruito durante il giorno. Quando però gli capita tra le mani una storia di immigrati albanesi con un cadavere, una ragazza da tirare fuori dai guai e tutte le complicazioni possibili, Sandrone e Socio sembrano decisi a camminare di pari passo verso la soluzione del mistero. Con l’aiuto occasionale di un anziano attore americano, famoso per una serie western, capitato in Italia per ricevere un premio inesistente da un’organizzazione scalcinata.

Tratto dal romanzo omonimo di Sandrone Dazieri, «La cura del gorilla» non ambisce né a rimanere nella storia né a cambiare la vita di qualcuno. Nel suo piccolo, però, ha da offrire un minimo di originalità, una freschezza narrativa che lo affranca da qualunque deja vu, la simpaticissima presenza di un Ernest Borgnine inossidabile e, nel doppio ruolo di Sandrone e Socio, la prova convincente di un factotum che ogni tanto si riscopre attore, Claudio Bisio.

Salta agli occhi il fatto che il regista Sigon non sia perfettamente consapevole della strada da intraprendere: non scegliendo tra commedia di costume, noir anomalo e storia di periferia con venature drammatiche, ottiene un risultato che, anche a un esame superficiale, appare ibrido e poco omogeneo. Se ne deduce pertanto che gli eventuali meriti finali non sono da ascrivere al regista. È proprio Bisio, a ben guardare, l’asse portante del film: passando con assoluta naturalezza dall’una all’altra faccia della propria personalità, riesce a catturare l’attenzione e, finché è possibile, a far dimenticare che certe soluzioni narrative (ad esempio l’identità del misterioso uomo nero) appartengono alla più prevedibile casistica del fotoromanzo filmato.

Il fatto è che, per sua fortuna, «La cura del gorilla» non ha né ambizioni sociali né velleità di genere. Per questo motivo, se ci si concentra sull’andamento del personaggio principale invece che sugli sviluppi della vicenda poliziesca, si vede un film diverso e migliore. Che, senza pretendere alcunché, fa apprezzare la propria leggerezza nel rappresentare una periferia che magari esiste, ma non certo con queste qualità surreali che la portano fuori da ogni connotato realistico.

LA CURA DEL GORILLA di Carlo A. Sigon. Con Claudio Bisio, Stefania Rocca, Ernest Borgnine, Kledi Kadiu. ITALIA 2006; Commedia; Colore