SACRO E PROFANO

di FRANCESCO MININNI

Il titolo italiano del film che segna il debutto di Madonna nella regia è sostanzialmente fuorviante. Perché Filth and Wisdom non vuol dire Sacro e profano, ma «sporco e saggio». È pur vero che, si fosse trattato di un film dall’importante impatto commerciale, Sacro e profano avrebbe costituito un richiamo più forte in quanto associato alla vocazione trasgressiva della cantante. Ma siccome il film, presentato a Berlino e a Torino, non interessa ai multiplex e può beneficiare di una distribuzione appena marginale, il dato dell’impatto commerciale è subito azzerato e resta un titolo inspiegabile. Il consiglio a chi intendesse vedere il film è quello di accantonare il proprio giudizio su Madonna e di predisporsi a qualcosa che, imperfetto quanto si vuole, ha senso e significato. Si potrà così dimostrare come talvolta le catalogazioni e le categorie rappresentino un’arma a doppio taglio sia per chi le fa che per chi le subisce.

A Londra A.K. (che si chiama Andrej ma non vuole rimarcare l’origine sovietica) ragiona e filosofeggia su paradiso e inferno, sbarca il lunario intrattenendo con fruste e uniformi clienti masochisti. Un suo vicino di casa, un poeta divenuto cieco, è in qualche modo innamorato di lui ma se ne serve soltanto come occasionale uomo di fatica. Juliette lavora nella farmacia di un dottore indiano ma sogna di andare in Africa ad aiutare i bambini sofferenti. Holly, aspirante ballerina classica, è costretta ad esibirsi in un locale di lap dance. Tra disperazioni, comportamenti fuori schema, antichi detti popolari (probabilmente inventati, tipo «Un uomo senza baffi è come una donna coi baffi») e discese nel degrado urbano, si prepara una conclusione nella quale ognuno, per strano che possa sembrare, troverà il proprio posto nella vita.

Sceneggiato da Madonna e Dan Cadan, Sacro e profano assomiglia molto alla sua autrice. Nel senso che tutti quei personaggi emarginati, ghettizzati, trasgressivi loro malgrado, rappresentano comunque la sua integrale accettazione di ogni possibile diversità e, un po’ alla maniera di Almodovar, il rifiuto della orribile normalità. Sotto questa traccia, però, pulsa un cuore che applicandosi con una certa costanza riesce ad arrivare al nocciolo del problema. Il punto è che rifiutare in blocco personaggi strambi e comportamenti provocatori equivale a chiudere ogni strada a quella che chiameremo redenzione, ma che in realtà è soltanto semplicissima realizzazione di un (piccolo? grande?) sogno. Pur affidandosi a uno stile composito e altalenante che renderebbe difficile una decrittazione tecnica, Madonna si lascia guidare da una sorta di istinto un po’ artistico e un po’ umano che la conduce a un risultato: innanzitutto i suoi personaggi non sono complici del vizio, ma sue vittime contingenti. E soprattutto si tratta di personaggi che, per quanto attirati verso il fondo, mantengono una sorta di purezza e di innocenza che alla fine rende credibile la loro destinazione positiva.

Sacro e profano riesce a rendere con una certa forza l’idea che è soltanto con l’uso del concime che si possono ottenere fiori bellissimi e diventa, a suo modo, un film imprevedibilmente positivo che, se non ci induce a rivedere le nostre idee sulla globalità del personaggio di Madonna, ci mette di fronte all’eventualità che, di tanto in tanto, le cose possano cambiare. Anche perché fare un film così sapendo in partenza di andare incontro a un insuccesso commerciale, vuol dire crederci. A meno che, guidata da un ego smisurato, la signorina Ciccone non fosse comunque convinta che tutto il suo pubblico l’avrebbe comunque seguita. Perbacco, è davvero difficile pensare con la testa di un altro.

SACRO E PROFANO (Filth and Wisdom)di Madonna. Con Eugene Hutz, Holly Weston,Richard E. Grant, Vicky McClure, Stephen Graham. USA 2008; Commedia; Colore