OLTRE LE REGOLE

DI FRANCESCO MININNI

Il cinema di guerra lontano dai campi di battaglia ha una storia interessante e sfaccettata che riguarda i reduci («Uomini», «I migliori anni della nostra vita», «Nato il 4 luglio», «Rambo»), gli ospedali da campo («M.A.S.H.»), i campi di prigionia («Stalag 17», «La grande fuga»). Poi ci sono quelli che restano a casa. E qui subentra la differenza di prospettive: per chi combatte la guerra è un pericolo costante e tangibile, mentre per chi sta a casa è l’attesa, la speranza, la disperazione, l’incertezza, una prospettiva paritaria di gioia e dolore. Quando poi si cominciano a perdere i punti di riferimento, quelle piccole certezze quotidiane che in tempi normali permettono di scandire il ritmo della vita, la guerra è qualunque cosa, ma soprattutto la consapevolezza che l’unica certezza rimasta è quella della morte (fisica o interiore, a seconda dei casi). E se la morte non ha il significato del passaggio o del transito, ma soltanto quello del distacco, della separazione, dell’annullamento, può essere un peso davvero insostenibile da portare.

Lo sanno benissimo il sergente Will Montgomery e il capitano Tony Stone, che rivestono il ruolo tutt’altro che comodo di «messaggeri»: vanno cioè ad informare le famiglie del decesso di un congiunto (nella maggior parte dei casi un figlio) in Iraq. Se Stone ha una sorta di corazza che lo ha reso praticamente impermeabile a qualunque genere di emozione, Montgomery non sembra disposto a contenersi nei limiti di una burocrazia che ai suoi occhi non tiene conto del fatto che non si sta parlando di numeri ma di esseri umani. Tra incontri traumatici o mesti, ma comunque sempre dolorosi, Montgomery contravviene alle regole cominciando a frequentare una vedova con figlio. Così tutti, compreso Stone, capiranno che quando batte il cuore è sempre opportuno starlo a sentire.

«Oltre le regole» giunge a proposito per misurare la temperatura di un paese, gli Stati Uniti, che nonostante l’etichetta di grande potenza e gli imponenti armamenti potrebbe anche essere stanco di portare la pace nel mondo a suon di bombe. Ed è evidente che tale temperatura non può essere misurata nello studio ovale della Casa Bianca o negli uffici del Pentagono, ma piuttosto nelle case della gente comune, dove si risponde alle chiamate pagando sempre in moneta sonante senza mai ricevere il resto. Affrontando un argomento simile a quello trattato da Francis Coppola in «Giardini di pietra», ma senza disdegnare la civile indignazione di «Nella valle di Elah», Oren Moverman ha saputo raccontare una storia di uomini e donne di oggi senza mai cadere nella trappola della retorica o della propaganda, ma tenendo sempre presente quale dovesse essere l’obiettivo primario del film: l’essere umano. Così ha affrontato la vicenda dal punto di vista delle autorità scegliendo due personaggi, Stone (Woody Harrelson) e Montgomery (Ben Foster), apparentemente agli antipodi ma in realtà accomunati dalla disperata ricerca di un antidoto all’assuefazione al dolore. Lo si vede bene dalla scelta tecnica ed espressiva di non distaccarsi mai dai due soldati, anzi di stargli il più possibile addosso in attesa di qualunque segnale di vita. Intorno a loro un universo di sofferenza che si manifesta nelle forme più varie. Memorabile la violenta reazione di Steve Buscemi, ma più ancora il sommesso dolore di Samantha Morton, un’attrice che ammirammo in «Accordi e disaccordi» di Woody Allen e della quale si erano perse le tracce.

Alla fine, la speranza di «Oltre le regole» non è quella, che sarebbe persino banale, della fine di tutte le guerre: ma che almeno qualche dolorosa guerra interiore, a mezza strada tra cuore e cervello, possa essere risolta con una pace della durata più lunga possibile. Sorretto da una bella sceneggiatura e dalla consapevolezza che non bastano il potere, le armi e qualche manuale con regole da rispettare per dormire tranquilli, «Oltre le regole» ha il pregio della sincerità. Quando Stone e Montgomery giocano alla guerra in un parcheggio si prova una fitta al cuore: sarà quello l’unico gioco che conoscono?

OLTRE LE REGOLE (The Messenger) di Oren Moverman. Con Ben Foster, Woody Harrelson, Samantha Morton, Steve Buscemi, Jena Malone. USA 2009; Drammatico; Colore