IL GRINTA

DI FRANCESCO MININNI

E’ interessante notare come, a genere ormai morto e sepolto, in America continuino a sentirsi in dovere, ogni volta che a qualcuno viene in mente di riesumarlo, di rimarcare il fatto che nel West sono finiti i giorni del mito. Come se tuttora volessero ignorare il fatto che, a parte le riletture critiche di John Ford («L’uomo che uccise Liberty Valance» e «Il grande sentiero») e le marce funebri di Sam Peckinpah («Il mucchio selvaggio» e «Pat Garrett e Billy Kid»), la parola fine l’aveva scritta un italiano, tal Sergio Leone, che aveva spazzato via eroi sorridenti e pistoleri romantici azzerando le categorie «buoni» e «cattivi» e riconducendo il tutto a una cinica lotta per la sopravvivenza.

Lo ha fatto Clint Eastwood ne «Il cavaliere pallido» e soprattutto ne «Gli spietati», lo fanno anche Joel e Ethan Coen ne «Il Grinta», che apparentemente è un remake dell’omonimo film di Henry Hathaway del 1969 che valse a John Wayne l’unico Oscar della sua carriera, ma in realtà sgombra il campo da miti e leggende mantenendo un più stretto legame con il romanzo di Charles Portis e ponendosi a tutti gli effetti come obiettivo la rappresentazione storica della fine della vecchia frontiera.

L’ossatura della vicenda è, naturalmente, la stessa. Una ragazzina, Mattie Ross, è ben decisa a far arrestare Chaney, l’uomo che ha ucciso suo padre, e non potendo contare su una legge che invoca la mancanza di giurisdizione, ingaggia il vecchio pistolero Reuben Cogburn, detto Rooster e più sinteticamente il Grinta, pretendendo di accompagnarlo nella caccia in territorio indiano. Il ranger La Boeuf sarà della partita. A cose fatte, quando anni dopo Mattie andrà a ricercare Cogburn che figura tra le attrazioni del circo di Cole Younger e Frank James, lo mancherà per tre giorni. E, dato che è morto, non lo vedrà più.

Magari è opportuno cominciare dalla fine: i Coen fanno risaltare il particolare del circo itinerante come a dire che il Far West si è rapidamente trasformato in uno spettacolo fatto da vecchi. Ma anche prima, nel momento della caccia, l’abbassamento dell’età della ragazzina, ben interpretata da Hailee Steinfeld, non ha altra funzione che far risaltare quanto il Cogburn di Jeff Bridges sia a tutti gli effetti già un vecchio cocciuto e testardo che con tutta probabilità, senza l’aiuto del La Boeuf di Matt Damon, non sarebbe uscito vivo dallo scontro finale. Laddove, invece, il Grinta di John Wayne, ugualmente burbero e testardo, non lasciava scampo ai più giovani avversari.

Insomma, Joel e Ethan Coen lavorano sull’età dei protagonisti per trasformare «Il Grinta» in una sorta di tramonto della frontiera. In questo senso, ha uno scopo ben preciso la lentezza del ritmo che allontana ogni sospetto di western avventuroso adattando la velocità dell’azione a quella degli uomini che la vivono. In tutto questo realismo, però, mancano la scintilla dell’inventiva e quel gusto del gioco che ha spesso caratterizzato i due fratelli, che danno l’impressione di riproporre eventi già ampiamente conosciuti con una variante a sua volta ben nota.

Nonostante il grande successo americano, «Il Grinta» procede solenne e disincantato su strade già battute non mostrando alcuna specifica per cui valga realmente la pena consegnarlo agli archivi della memoria. Indubbiamente l’interpretazione di Jeff Bridges è quasi monumentale. Di sicuro la fotografia di Roger Deakins cattura sia i cieli di John Ford che le pianure e le foreste di Howard Hawks con straordinaria competenza. È altrettanto certo che la musica di Carter Burwell accompagna le immagini con proprietà inappuntabile. Ma ci sembra di poter dire che ormai il western in quanto tale non abbia più le condizioni culturali per riaffermarsi né tanto meno per rinnovarsi. E crediamo anche che, come accadde a «Balla coi lupi», se anche «Il Grinta» dovesse riportare a casa qualcuno dei dieci Oscar per i quali ha ottenuto la nomination, ciò non equivarrebbe a una rinascita del genere. E aggiungiamo: peccato.

IL GRINTA (True Grit) di Joel e Ethan Coen. Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper, Nicholas Sadler.USA 2010; Western; Colore