TUTTI PER UNO

DI FRANCESCO MININNI

Si comincia nel 2067, quando a quanto pare le cose hanno preso una piega migliore e la gente vive più tranquilla. Questo potrebbe essere in realtà il primo errore di Romain Goupil in un film, «Tutti per uno», concepito e realizzato in aperta opposizione al regime presidenziale di Sarkozy soprattutto in ragione delle decisioni del 2009 a riguardo dell’espulsione dei «sans papier», ovvero gli immigrati clandestini. È evidente che non si può non convenire sul principio e sulle modalità: se è vero che uno Stato deve tutelare la propria sovranità e l’equilibrio interno, non è concepibile che da un giorno all’altro si decida che un certo numero di persone (perché non di più? perché non di meno? perché non tutte?) debbano essere rimpatriate con modalità molto simili alla decimazione in tempo di guerra. Occorre però che a tutto sovrintenda almeno la ragione.

In questo senso Goupil ha avuto una buona idea: eleggere a protagonisti del suo film cinque bambini che, senza lanciare proclami né pronunciare parole che dalle loro bocche suonerebbero false e stonate, mettono in atto un semplice piano per evitare che una di loro, la cecena Milana, subisca la medesima sorte di tanti coetanei venendo rimandata in patria. Così, nonostante Cendrine abbia acconsentito ad accoglierla in famiglia, nel momento in cui il pericolo si fa vicino e pressante scappano di casa e si nascondono in uno scantinato dopo essersi forniti di provviste consistenti in buona parte in dolci e patatine. Evidentemente il caso assume una rilevanza nazionale, soprattutto nel momento in cui altri bambini in altre parti della Francia seguono il loro esempio. Alla fine la regolarizzazione di Milana sarà da lei considerata una tragedia, in quanto la costringerà a riunirsi al padre in un’altra città e a lasciare il luogo dove vive il ragazzo che lei ama. Nel 2067, sempre in luoghi diversi, ricorderanno l’avvenimento e concluderanno di non essersi mai più rivisti.

Goupil ha girato il film, proprio come fece Gabriele Salvatores in «Io non ho paura», interamente ad altezza di bambino, proprio per ribadire il fatto che il mondo nel quale si muove la vicenda è diverso da quello degli adulti. Ma la sua ansia polemica (come dice Milana nel 2067: «Non ricordo più chi fosse il Presidente…») lo ha portato ad ottenere un risultato incompiuto: «Tutti per uno» è un film duramente critico ma senza passione. Di conseguenza, svelando le carte dopo pochissimo, non riesce a coinvolgere lo spettatore e taglia il traguardo della noia. Sembra proprio che Romain Goupil, già assistente di Godard e Polanski, abbia preferito il mestiere di polemista a quello di regista. Il suo film, che indubbiamente contiene verità sulle quali riflettere, è trasformato dalla sua assenza di umanità in un oggetto abbastanza inerte che potrà soddisfare soltanto chi si accontenta della lotta politica senza prestare attenzione ai mezzi tecnici ed espressivi con i quali viene svolta.

In tutto questo la cosa veramente divertente è il fatto che la protagonista Valeria Bruni Tedeschi (Cendrine) è proprio la sorella di Carla Bruni, attuale première dame di Nicolas Sarkozy, e che a quanto pare ha trovato la coincidenza straordinariamente buffa, fonte di grande ilarità. Come dire: prima Carla era la sorella dell’attrice Valeria, poi Valeria è diventata la sorella della moglie del Presidente, adesso Valeria si riprende un pezzetto della primogenitura. Accanto a lei, i bambini fanno sicuramente la figura migliore perché comunque si disinteressano di polemiche e attacchi frontali limitandosi a vivere con una certa naturalezza un’avventura diversa dal solito. Soprattutto Linda Doudaeva (Milana) riesce a esprimere stupore, incredulità, tristezza e allegria senza alcuna artefazione. Che non è esattamente la stessa cosa che ha fatto Goupil: fingendo di parlare di un passato che non c’è proprio più, si è limitato a prendersela con un presente che attende comunque critiche più costruttive e attacchi più decisi dei suoi.

TUTTI PER UNO (Les mains en l’air) di Romain Goupil. Con Valeria Bruni Tedeschi, Linda Doudaeva, Jules Ritmanic, Louna Klanit, Hippolyte Girardot. FRANCIA 2010; Drammatico; Colore