LA KRYPTONITE NELLA BORSA

DI FRANCESCO MININNI

I rischi del folklore, dalle parti di Napoli, sono quelli di strade affollatissime, di colori sgargianti, di Vesuvio e Mergellina, di pizza e mandolino, di tristezze quotidiane che comunque non riescono ad uccidere la fantasia e la voglia di vivere. Sapere che Ivan Cotroneo, scrittore e sceneggiatore per Ozpetek, Corsicato e Luchetti, stava lavorando a una storia ambientata negli anni Sessanta e incentrata sulla difficile crescita di un bambino, poteva anche lasciar presagire un risultato di maniera. Invece «La kryptonite nella borsa» è ragionevolmente sorprendente.

E’ pur vero che la storia raccontata è disseminata di episodi che possono anche appartenere a una tradizione ben radicata nel territorio (e nel cinema). Ma Cotroneo ha avuto l’accortezza (e diciamo pure la genialità) di ricondurre il tutto a una cifra surreale che alla fine è vincente. In un certo senso la vicenda potrebbe essere considerata non strettamente realistica, ma quanto è accaduto rigorosamente filtrato attraverso gli occhi e la sensibilità di un bambino di sette anni. È per questo motivo che per parlare del film bisogna cominciare dal titolo. Secondo quanto narrato da Cotroneo, nella famiglia Sansone c’è un cugino, Gennaro, che è convinto di essere Superman e gira con un costume simile a quello del supereroe, anche se palesemente fatto in casa. E Antonio, detto Peppino, sembra l’unico disposto a credere ai suoi vaneggiamenti. E quando Gennaro muore sotto un autobus, Peppino continua a vederlo e in un certo senso lo elegge a proprio consigliere confermandogli la propria fiducia, ottenendo in cambio di poter volare su Napoli aggrappato alle sue spalle. Ora, se Cotroneo ha scelto per il romanzo e il film un titolo così spiazzante, vuol dire che così facendo ha inteso dare a lettori e spettatori una precisa chiave di lettura: il mondo con gli occhi di Peppino.

Le vicende della famiglia Sansone si riassumono brevemente: il padre vende macchine da cucire e tradisce la moglie Rosaria che, venutane a conoscenza, entra in depressione e deve rivolgersi alle cure dello psichiatra Matarrese. Gli zii aderiscono al movimento dei figli dei fiori, con il quale anche Peppino verrà in contatto rischiando di passare dal sogno all’incubo a causa dell’Lsd. I nonni osservano questa sorta di degrado guardandosi alle spalle e rimpiangendo tempi di maggior miseria e valori diversi. Poi, però, i genitori si riavvicinano e Peppino può ricominciare a crescere in un mondo un po’ più simile alla realtà.

Il maggior pregio de «La kryptonite nella borsa» è quello di assomigliare pochissimo a una qualunque fiction televisiva di argomento familiare. Cotroneo preferisce sbizzarrirsi in ricostruzioni d’ambiente e definizioni di caratteri che non sono esattamente circoscrivibili nell’epoca di ambientazione del film, ma diventano in un certo senso una ricostruzione ideale e a suo modo universale. Questo, per fortuna, non implica né intellettualismi né ermetismi.

Il tutto fluisce con un buon ritmo e con il gran pregio della semplicità verso la più normale delle conclusioni: forse Rosaria ha reso la pariglia al marito cedendo alle profferte del dottor Matarrese, ma di sicuro in casa Sansone le cose sono tornate alla normalità senza bisogno di alzare i toni, di rompere i piatti o di strapparsi i capelli. E Peppino, ben consigliato dal suo Superman, può nuovamente godersi una cena tranquilla con il papà a capotavola e la mamma davanti. Per arrivare a questo risultato, che a raccontarlo può sembrare ordinario e anche prevedibile, Cotroneo ha inanellato una serie di episodi non tutti del medesimo livello ma tali da mantenere alta l’aspettativa di un pubblico che, per una volta, non si trova davanti alla stessa minestra riscaldata. Lo aiutano attori affidabili come Valeria Golino, Luca Zingaretti e Fabrizio Gifuni, ma lo aiuta soprattutto un ragazzino, Luca Catani, che con estrema naturalezza riesce ad essere Peppino senza bisogno di recitare. Il segreto de «La kryptonite nella borsa» si racchiude in una parola che dice tutto: semplicità. Che c’è di male?

LA KRYPTONITE NELLA BORSAdi Ivan Cotroneo. Con Valeria Golino, Luca Zingaretti, Cristiana Capotondi, Libero De Rienzo, Luigi Catani.ITALIA 2011; Commedia; Colore