Ignorare i presunti artisti, per loro è la vera sconfitta
In realtà la stampa cattolica e alcuni vescovi hanno reagito, ma se lo hanno fatto in modo «soft» non è stato per timore di inimicarsi la cultura «progressista», ma semplicemente per non fare il gioco degli stessi autori alla ricerca di pubblicità. Credo che i più delusi per le mancate proteste plateali da parte della Chiesa siano stati proprio loro. La gente ha buon senso e alle esagerazioni reagisce da sola.
Simone Hegart
Grazie al nostro lettore che ci permette di affrontare un tema sul quale anche altri ci hanno chiesto un’opinione. Mi lasci dire che ha ragione chi dice che forse dovrebbe esserci una reazione molto più decisa. O meglio dovrebbe esserci se non fossimo in un mondo dove la contrapposizione diventa la scusa non per un confronto civile ma per un vero e proprio scontro verbale e, talvolta, non solo verbale.
Chi rappresenta Gesù come un giovane omosessuale, pedofilo, o in altre occasioni come l’amante di quella o quell’altra donna del suo tempo, cerca solo pubblicità come quel noto artista contemporaneo (ci rifiutiamo di citare il suo nome) che lo scorso anno incentrò una mostra su un’opera con il Cristo crocifisso e gli slip di una famosa griffe di moda. Se un film o un’opera d’arte sono davvero dei capolavori, non hanno bisogno di false rappresentazioni e, forse, è vero che la non citazione o la mancanza di polemiche per loro sono la peggiore delle sconfitte.
Domenico Mugnaini