Il «pacchero del Papa»? Meglio della parodia di Salvini
Marco Giraldi, Prato
Il nostro lettore, come altri che ci hanno sollecitati sullo stesso tema, ci dà la possibilità di tornare su un argomento che spesso ricorre tra quanti scrivono a Toscana Oggi, talvolta increduli per le critiche rivolte a papa Francesco altre volte, per la verità poche, critici con il Pontefice per certe sue affermazioni o alcuni suoi gesti. Anche noi ne abbiamo già parlato in questa rubrica e, pur giudicando forse un po’ eccessivo il paragone con Gesù al tempio, dobbiamo dire non ci siamo stupiti più di tanto delle reazioni registrate sul web e sui social. Ormai qualsiasi cosa finisce su questi mezzi e, prima o poi, tutti rischiamo di diventarne vittime. Il Papa ha sbagliato? Forse sì, visto che il giorno dopo lui stesso ha chiesto scusa: anche lui, come noi, è un uomo e la reazione per essersi sentito strattonato è umanamente comprensibile. Lasciateci dire, però, che meno comprensibile è il video postato dal leader della Lega Matteo Salvini che, approfittando della risonanza mediatica di quanto successo in piazza San Pietro, ha pensato bene di farne una parodia coinvolgendo pure la sua giovane fidanzata. Per essere onesti anche questo è comprensibile, non umanamente ma politicamente. Meno lo è il fatto che Salvini non abbia, il giorno dopo, chiesto scusa a sua volta. Ma del resto perché avrebbe dovuto farlo: molti dei suoi sostenitori, anche sui giornali, hanno continuato ad attaccare Bergoglio, e nessuno di loro ha detto qualcosa sulla parodia del leader leghista, non nuovo a critiche aspre contro chi lo attacca, più o meno velatamente. Ed è certo che gli inviti di Bergoglio all’accoglienzza, alla vicinanza all’altro, a chi soffre, ai migranti, per Salvini devono suonare come aspre critiche. Per questo comprendiamo il fatto che l’ex vicepremier non abbia chiesto scusa. Perché avrebbe dovuto se anche alcuni che si professano cattolici hanno alzato le loro voci contro papa Francesco ma non contro di lui? Meglio allora leggere che in un ristorante della Campania qualcuno ha subito approfittato dello «schiaffo del papa» per farsi pubblicità creando «il pacchero del papa». Qualcuno lo ha definito «un genio del marketing». Se così è, Salvini, in questo momento, potrebbe essere «un genio della politica». I sondaggi gli darebbero ragione ma il rischio per lui, come per altri politici che lo hanno preceduto, è che alla fine diventi vittima di quegli stessi social che invade ogni giorno, anzi ogni ora o, meglio ancora, tante volte ogni ora. Confessiamo che ci piacerebbe assaggiare i «paccheri del Papa», e fossimo nel ristoratore campano, «genio del marketing», proveremmo a far arrivare la ricetta in Vaticano: magari il piatto piace anche a Bergoglio e lui potrebbe diventare il primo sponsor.
Domenico Mugnaini