Il caso del Crocifisso coperto con lo scotch in un seggio elettorale
Caro direttore, colpisce che difronte ad un gesto improvvisato e superficiale fatto senza pensare troppo, come aver coperto un crocifisso con dello scotch in un seggio elettorale, si sia scatenata una dialettica accesa fra molte persone. Alcune si professano atee, altri non praticanti, altre ancora non interessate ma quasi tutte sono state colpite da quel modo grossolano di coprire una Immagine Sacra cosi’ familiare come un Crocifisso. Perché? Perché ci si scalda e si scrive sui social indignati per un gesto come questo? A cosa rimanda una immagine? L’immagine sacra, espressione del Cristianesimo e segno identificativo e distintivo della religione cattolica, è una analogia con qualcosa d’altro, è un rimando ad altro di molto simile, anzi proporzionato, dice il vocabolario Treccani della lingua Italiana.
L’immagine sacra propone un modello umano che richiama qualcos’Altro, qualcun Altro che lo costituisce, che lo genera, che ne richiama le dimensioni profonde ontologiche, ovvero dell’Essere. Una immagine sacra costituisce quindi un legame stretto fra il Mistero che fa tutte le cose e la vita terrena fatta di carnalità. Un Segno che coincide con il Mistero, ha insegnato il venerabile monsignor Giussani, ovvero un fatto tangibile che collega immediatamente il reale a Colui che ha creato il mondo. Ne consegue un’attitudine umana semplice: da 2019 anni, ovvero da quando questo Mistero si è fatto carne ed ossa, l’uomo ha sempre avuto bisogno di toccarlo, di vederlo, di averlo accanto. Da qui nasce tutta la venerazione del culto delle reliquie dei Santi che vengono portate in processione ma anche toccate e baciate in adorazione.
Segni semplici, umanissimi che fanno emergere come l’uomo tutto ha bisogno di riconoscere che c’è Altro da sé a cui raccomandarsi nelle vicissitudini quotidiane. Oggi molta di questa coscienza e’ andata smarrita, viene rifiutata, non si riconosce necessaria per vivere, non si insegna più ai giovani e si arriva a perdere la conoscenza del valore di una immagine sacra, andando a paragonarla a qualunque altra immagine di cui noi siamo invasi.
Ma non è cosi. Perché nel momento in cui ci sono degli episodi come quello del Crocifisso coperto in un seggio elettorale, molti animi si sentono offesi, non rispettati e chiedono sconcertati di capire. All’improvviso è come un riscoprire, meglio un risentire, che si appartiene a Qualcuno, che nel nostro Dna ci sono dei valori, c’è una cultura tramandata di generazione in generazione che ha segnato la nostra vita. Possiamo non farci i conti, ma all’improvviso riemerge dal di dentro e ci fa ritrovare quella domanda vera, di chi sono?
seguono le firme di un gruppo di fedeli di Signa (Firenza)
A benificio di coloro che fossero all’oscuro del fatto, ricordo che la lettera qui accanto si riferisce a un episodio avvenuto durante il ballottaggio, domenica 9 giugno, in un seggio elettorale di Signa, in provincia di Firenze, dove un Crocifisso appeso al muro è stato coperto con dello scotch. Evidentemente per non urtare la «sensibilità» di alcuni o «condizionare» il voto di altri. Dopo alcune proteste, lo scotch è stato tolto, ma intanto la foto postata in rete ha fatto il giro dei social scatenando polemiche di tutti i tipi e da punti di vista diversi. Di fronte a episodi così controversi verrebbe voglia di non dire nulla per non amplificare il gesto a beneficio degli autori. Ma è anche giusto indignarsi, anche perché gli episodi di «copertura» o di «esibizione» di simboli religiosi sembra si stiano moltiplicando. E sono sbagliati e inaccettabili entrambi perché dettati da un uso strumentale o da un rifiuto preconcetto e immotivato. Denotano anche ignoranza circa una cultura, quella cristiana, che ha fatto grande la nostra civiltà contribuendo anche, soprattutto in tempi più recenti, alla difesa della democrazia e alla laicità dello Stato.
Andrea Fagioli