«Dovete denunciare l’imbarbarimento della politica»
Carissimi, l’aggettivo superlativo (carissimi) non è formale perché vi siamo veramente affezionati per quanto abbiamo condiviso nel nostro impegno di seguaci di Cristo e per i rapporti personali che hanno accompagnato periodi di vita e di morte. Questa premessa serve a giustificare lo stato d’animo che vogliamo sinceramente esprimervi riguardo a «Toscana Oggi».
Abbonati dal secolo scorso, oggi vorremmo che il settimanale si esprimesse con la stessa decisione con cui Cristo si rivolgeva a chi scandalizzava i bambini, a chi diceva «Signore Signore», a chi mercanteggiava nel tempio, ecc. Duemila anni fa Erode ordinò la strage degli innocenti. Oggi Erode è tornato in Italia per organizzare ancora una strage di innocenti, in nome del popolo italiano. Ecco, noi pensiamo che questa sia un’occasione storica, oltre che un preciso dovere, contraddistinguere il giornale per una condanna senza mezzi termini del comportamento criminale di chi rifiuta il povero, il fuggiasco, il disperato, il bambino ed il vecchio che non sanno più come riuscire a sopravvivere, che sperano di trovare rifugio in un paese civile.
«Toscana Oggi», diffuso autorevolmente in Toscana, potrebbe denunciare l’imbarbarimento della politica italiana, se politica si può chiamare. Tanto più perché questa condanna e questa denuncia le troviamo parzialmente su altri mezzi di comunicazione, spesso interessati alla ricerca di un consenso più che alla salvaguardia di principi inderogabili. Per un uomo degno di chiamarsi uomo, e tanto più per un uomo che si professa cristiano, il rispetto della vita non ha confini né limitazioni, è inderogabile dall’embrione all’essere umano di qualsiasi età e colore. Questo vi suggeriamo e speriamo.
Elisabetta e Luigi Caselli
Cari Elisabetta e Luigi, a beneficio degli altri lettori spieghiamo che la vostra lettera è indirizzata all’intera redazione con cui avete un rapporto di collaborazione, ma soprattutto di amicizia. E di questo vi siamo tutti grati. Quello che scrivete, però (e qui rispondo in prima persona), mi ha un po’ spiazzato. Non perché non accetto i suggerimenti. Ci mancherebbe altro. Accetto volentieri anche le critiche, soprattutto se arrivano da persone con cui condividiamo ideali e non solo. Ma proprio per questo mi domando su cosa non siamo in sintonia.
Prima di rispondere ho sfogliato un po’ di numeri del settimanale per cercare di capire da cosa poteva nascere il vostro suggerimento. In realtà, ho trovato riferimenti continui all’accoglienza, alle preoccupazioni per il decreto sicurezza, per le posizioni (non condivisibili) del Ministro dell’interno Matteo Salvini e per l’imbarbarimento della politica. Ne abbiamo scritto più volte. Forse, a vostro giudizio, non è sufficiente. Di certo, però, non siamo un giornale militante, ma anche questa è una scelta per dimostrare che noi per esistere non cerchiamo un nemico da combattere (come fa la «politica» attuale), ma delle idee da proporre ed eventualmente condividere. Per questo mi sento e ci sentiamo (credo di poterlo dire anche per i colleghi) in coscienza abbastanza tranquilli per aver fatto e continuare a fare il possibile per contrastare la diffusione di un sentire e di una mentalità che minano la convivenza civile facendo danni anche all’interno del mondo cattolico.
Andrea Fagioli