Quella cena di San Valentino nel giorno delle Ceneri
Egregio direttore, noto che l’intera pagina 16 della foliazione regionale di «Toscana Oggi» in uscita l’11 febbraio, è occupata da pubblicità. Niente di male, anzi bene, perché sono consapevole che questa risorsa è preziosa per l’editoria. Solo che, nella fattispecie, si pubblicizza un menù particolarmente ricco e per niente poco costoso di un ristorante di Fiesole nella ricorrenza di San Valentino ma – in quel giorno – la Chiesa celebra l’inizio della Quaresima, che inaugura un periodo che deve essere di penitenza, conversione e sobrietà. In più proprio quel giorno deve vedere i cattolici impegnati nell’astinenza dalle carni (e qui ci siamo, perché il menù è di pesce) e nel digiuno. Forse a qualcuno di Voi è sfuggita la coincidenza ma mi permetto di osservare che da un settimanale cattolico che in seconda pagina proprio della stessa uscita titola «La pubblicità che umilia il sentimento religioso» non me lo sarei mai aspettato, bacchettone come sono! Non lamentiamoci poi dell’invadente secolarizzazione della nostra società, se anche noi siamo profeti distratti.
Carissimo Andrea, ha perfettamente ragione. Per rimanere in tema, sperando di non essere irriverente, mi verrebbe da dire che mi cospargo il capo di cenere. In ogni caso mi prendo tutta la responsabilità. Confesso apertamente a lei e a tutti i lettori che mi ero accorto della coincidenza e non ho avuto il coraggio di rinunciare alla pubblicità. È purtroppo un segno anche questo dei tempi difficili che stiamo vivendo come stampa e come editoria in generale. Di questo dovremmo sentirci tutti più responsabili. Se il mondo cattolico ci sostenesse maggiormente, forse eviteremmo certi errori. Ma questa non vuole essere una giustificazione.
La colpa l’ho già ammessa. È solo un contributo ad una prima riflessione alla quale vorrei aggiungerne una seconda: non credo che le due pubblicità siano paragonabili. Quella di cui si parlava in quella lettera e nella risposta si riferiva allo sfruttamento blasfemo dell’immagine di Gesù e della Madonna. Questa della cena di San Valentino nel giorno delle Ceneri si riferisce ad un menù economicamente sbagliato nel giorno sbagliato. Ha comunque ragione anche in questo caso, caro Andrea, se ritiene che entrambe possano umiliare il sentimento religioso perché dietro c’è sempre un’idea consumistica.
Aggiungo un’ultima riflessione: la festa di San Valentino sarebbe una bella festa se celebrata nel senso autentico dell’amore tra due persone. In questo caso, sperando che nessun teologo o liturgista o lei stesso come diacono mi bacchetti, mi verrebbe da dire che una coppia cristiana potrebbe anche festeggiare San Valentino e fare penitenza e astinenza il giorno dopo. In ogni caso questo non riduce il mio contributo alla confusione in un giorno, come il 14 febbraio di quest’anno, in cui le Ceneri sono realmente scomparse dall’orizzonte. Per cui, caro Andrea, grazie per quella che un tempo si chiamava «correzione fraterna» e che adesso sembra passata un po’ di moda. In realtà è sempre utile per cercare di non essere «profeti distratti».
Andrea Fagioli