Il voto dei cattolici e la Dottrina sociale della Chiesa
Egregio direttore, vorrei che lei facesse presente sul nostro giornale che i cattolici non possono votare, alle prossime elezioni politiche del 4 marzo, per i partiti che hanno approvato leggi che sono contro la Dottrina della Chiesa e contro il Vangelo. Questo va detto, altrimenti anche «Toscana Oggi» ne è corresponsabile moralmente.
Caro Lombardo, pubblico volentieri la sua breve lettera, ma onestamente non mi sento (e credo non si senta «Toscana Oggi» nel suo insieme) «corresponsabile moralmente» del voto dei cattolici che, come tutti i cittadini italiani, sono liberi di votare per chi credono più opportuno. Sta alla coscienza dei singoli valutare se le scelte dei gruppi politici sono in linea con il proprio pensiero e, nel caso dei cattolici, anche con la Dottrina sociale della Chiesa. Da parte di questo giornale non può che venire un appello al voto, alla partecipazione. Non andare a votare è sempre una delega in bianco ad altri che non abbiamo scelto. Lo dico ben sapendo che non sono pochi i cattolici che hanno difficoltà a riconoscersi in pieno in qualcuno degli attuali partiti, anche per l’immagine che gli stessi partiti stanno dando in questa campagna elettorale. Non rimane pertanto che cercare di capire qualcosa di più dai programmi (anche se non sempre vengono rispettati) e soprattutto dalle persone candidate nei rispettivi collegi, tenendo conto che questa volta la scheda elettorale sarà un po’ più complicata rispetto al passato. Di questo abbiamo scritto nel numero del 14 gennaio e torneremo a scrivere nei prossimi numeri. È così, e non certo suggerendo il voto, che si può fare un servizio ai lettori.
Andrea Fagioli