Il dibattito su quale sia la corretta interpretazione del Corano
Pur non essendo chiaramente un «esperto», ma soltanto un «curioso» dell’Islam, ho letto con interesse l’intervista a Samir Khalil sull’Islam contemporaneo, apparsa sul numero 11. Sono d’accordo con lui che le guerre di religione si combattono (si sono sempre combattute) per motivi ben più terreni di interesse e di conquista. Tuttavia mi permetto di esprimere un dissenso quando si accostano alla lettura dell’Islam due aggettivi antitetici: si dice che «l’Isis ha una lettura falsa, letterale del Corano». C’è da capire chi decide che la lettura letterale della Lettura («La Lettura», è la traduzione letterale de «Il Corano») è «falsa». Il Corano è un testo sacro dettato da Allah in persona, con la raccomandazione che nulla venisse mai modificato o alterato da «interpretazioni umane», e l’interpretazione corretta parrebbe essere una non-interpretazione, cioè la fedeltà assoluta al testo originale. A nostra consolazione e rassicurazione noi preferiamo pensare che la fedeltà assoluta alle origini sia un «vezzo» di una sparuta minoranza di musulmani: diciamo piuttosto che la stragrande maggioranza degli amici musulmani ha altro da fare che inseguire gli infedeli per tagliare loro la gola, o per travolgerli con pesanti automezzi. Ma dobbiamo rassegnarci ad ammettere che la libera circolazione del Corano (il Corano «fai-da-te», come ebbe a definirlo l’Imam di Firenze in un’interessante intervista rilasciata proprio al vostro settimanale) rappresenta un pericolo reale per ogni società civile.
L’impressione, caro Gori, è che lei s’intenda di Islam più di quanto dica. Lo si capisce dalla conoscenza che ha del Corano. Certo è che padre Samir Khalil è uno dei massimi esperti di Medio Oriente e di conseguenza del mondo musulmano. Per cui, se anche può essere credibile quello che lei dice a proposito dell’interpretazione giusta del Corano, non posso pensare che sbagli padre Samir quando afferma che quel modello interpretativo, ovvero la «non-interpretazione», apparteneva al settimo secolo. Del resto anche noi cristiani per molto tempo abbiamo letto la Bibbia alla lettera, senza interpretazioni. Anche se c’è differenza tra il Corano che si dice dettato da Dio e la Bibbia che invece è ispirata da Dio. Ma come ricordava qualche anno fa la Pontificia commissione biblica in un apposito documento, «l’interpretazione dei testi biblici continua a suscitare ai nostri giorni un vivo interesse provocando vivaci discussioni». Allora, tanto vale che lo stesso succeda per il Corano.
Andrea Fagioli