Tra buche e pietre sconnesse le nostre strade sono un pericolo
Caro direttore, un mio recente viaggio a Valencia mi porta a inevitabili paragoni fra la città spagnola e Firenze e ad alcune considerazioni sulla gestione del capoluogo toscano. A parte le realizzazioni di Calatrava (non solo futuristiche, ma anche di una bellezza fiabesca e miracolosa – le iperboli non sono fuori luogo), a Valencia ho notato che la «banale» gestione delle strade è a dir poco perfetta. Anche là ci sono vie e piazze lastricate in pietra (la piazza dietro la cattedrale, addirittura in marmo), ma che differenza con le nostre: nella città spagnola non ho visto una, ed evidenzio una, pietra sconnessa o fuori posto; a noi non resta che piangere: non solo le strade secondarie, ma anche alcune delle principali e addirittura luoghi che sono sotto gli occhi del mondo versano in condizioni tranquillamente definibili come disastrose. A parte le questioni estetiche, è un problema di sicurezza delle persone più deboli o in condizioni di difficoltà: dai genitori che spingono un passeggino alle persone con i sacchi della spesa, agli anziani con il bastone, ai disabili in carrozzina per finire ai ciechi, fra tutti forse quelli più in pericolo. A Valencia si riesce a tenere le strade in ordine, a Firenze no; eppure i valenciani non sono marziani, ma uomini e donne come noi. E non è solo una questione di sindaci e giunte capaci o meno, ma anche di mentalità delle persone: a Firenze ce ne sono alcune (forse tante, sicuramente troppe) che pretendono che quando si restaura una strada, riparando buche e avvallamenti, non si sostituiscano le pietre, ma si mantengano quelle vecchie e usurate, «perché a Firenze anche le pietre profumano di storia» (purtroppo non mi ricordo in quale occasione, ma è stato detto). Ma non stiamo parlando del David, stiamo parlando di sassi che, se nuovi, migliorano il decoro urbano e aumentano la nostra sicurezza.
Francesco Giannoni
Non posso che condividere, caro Francesco, la tua analisi circa la condizione delle strade nelle nostre città e di Firenze in particolare. È vero: pietre sconnesse, avvallamenti, buche, asfalto rattoppato sono all’ordine del giorno. Un paio d’anni fa ci fu la grande riasfaltatura per i Mondiali di ciclismo. Ma anche in quell’occasione molte strade rimasero fuori dal giro. Adesso, anche quelle risistemate di corsa per l’occasione sono di nuovo a rischio. È vero che rimetterle a posto costa molto e i Comuni hanno sempre meno soldi. Ma è altrettanto vero che le strade rappresentano una priorità per i cittadini e per l’immagine di una città, ma anche per i sindaci se vogliono farsi rieleggere. Delle buche se ne occorgono tutti. La grande politica ai più sfugge.
Andrea Fagioli