Un giornale «smemorato» nell’intervista a Mattarella
Pare di capire che la redazione di «Toscana Oggi» sia proprio diventata «il nuovo smemorato di Collegno». Infatti, nell’intervista al presidente della Repubblica a pagina 9 del numero 21 mai e poi mai vengono chiesti lumi sul perché abbia firmato la vergognosa «Legge Cirinnà», melius «Renzi-Alfano».
Da un’unione civile secondo la «Legge Cirinnà» nasce una famiglia? No. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, firmando questa legge, ha sottoscritto una ridefinizione del matrimonio. Ma un provvedimento normativo non cambia la realtà delle cose. Occorre dirlo: i sindaci (soprattutto, naturalmente, quelli cattolici) devono fare obiezione di coscienza. Celebrando un’unione civile si renderebbero infatti corresponsabili di un atto gravemente illecito sul piano morale. Questo sì che vuol dire parlare chiaro, cosa che evidentermente non riesce alla vostra redazione e alla combriccola di catto-comunisti che si annidanano lì dentro. Ma tant’è: «Chi sono io per giudicare l’operato del presidente Mattarella», direbbe il cardinale Bergoglio. Lo chiamo Cardinale perché il vero Papa è Benedetto XVI.
Dopo di che, come volevasi dimostrare, la Corte di Cassazione ha sdoganato la «stepchild adoption». Grazie anche di questo signor presidente della Repubblica, perché era chiaro che una volta approvata la «Legge Renzi-Alfano» la magistratura l’avrebbe completata. E così la Costituzione migliore del mondo (!) dopo il divorzio, l’aborto, ci regala anche il matrimonio omosessuale con tutti gli annessi e connessi. Ma come dice un articolo del Credo: «… di là verrà a giudicare i vivi e i morti». Chi attenta alla famiglia sarà giudicato in maniera peggiore di Sodoma e Gomorra!
Paolo Mucci
Le confesso, caro dottor Mucci, di avere avuto qualche dubbio prima di pubblicare la sua lettera. Non certo per «censurare» le critiche nei nostri confronti, che ha tutto il diritto di esprimere, ma per il modo con cui le esprime. A questo giornale non piacciano i toni esasperati. Piace il confronto e il dibattito, sempre nel rispetto reciproco. Ho tralasciato anche un suo post scriptum perché faceva riferimento al giorno in cui ha inviato l’email, ma che comunque si chiudeva con un’affermazione particolarmente forte (per usare un eufemismo) nei nostri riguardi.
Detto questo, veniamo alla questione che lei pone. L’intervista al presidente Sergio Mattarella, che siamo orgogliosi di avere ottenuto (anche se non da soli, ma come settimanali cattolici), era incentrata sulla festa della Repubblica di cui in quei giorni si celebrava il settantesimo. Quindi non era un’intervista a tutto campo, ma specifica su un tema. Del resto per intervistare un Capo dello Stato vanno presi accordi con i suoi collaboratori e concordati gli argomenti. In questo non si rivela niente di nuovo. È prassi per tutti i giornali e i giornalisti.
Per quanto riguarda invece la «Legge Cirinnà», verso la quale il nostro giornale non è mai stato tenero, io credo che il presidente Mattarella (se anche in cuor suo non l’avesse condivisa) non poteva fare altro che firmarla dopo l’approvazione parlamentare. Se il popolo è sovrano, come recita la nostra Costituzione, i parlamentari, lo si voglia o no, sono i rappresentanti del popolo.
Il fatto, infine, che lei definisca Bergoglio cardinale perché il vero Papa è Benedetto, credo si commenti da solo. Se vuole, però, può andarsi a rileggere nel numero del 19 giugno la risposta di padre Francesco Romano, docente di Diritto canonico, al quesito di una lettrice sui cosiddetti «sedevacantisti». Le ricordo solo il finale della risposta in cui padre Romano invita a «pregare molto» per i «sedevacantisti» perché «le sole spiegazioni dottrinali non sarebbero mai sufficienti di fronte a posizioni che spesso sono frutto di un modo ideologico di concepire la Chiesa».
Andrea Fagioli