Quei messaggi tv che confondono il vero senso della vita
Egregio direttore, chi le scrive è una persona anziana, lettrice, abbonata al vostro giornale, che leggo con interesse, sia la parte religiosa di appartenenza alla diocesi e tutta l’informazione che culturalmente ritengo vasta e ottima sotto ogni profilo e di alta qualità, e per questo intendo rinnovare quanto prima l’abbonamento. A parte tutto questo, sono stata stimolata a scrivervi dopo avere letto nella «Posta al direttore» i commenti del sig. Benedetti, proprio a riguardo di certi programmi televisivi che mi trovano in pieno accordo con la risposta da lei data al lettore critico a riguardo. È veramente molto triste che tante persone e soprattutto giovani, si lascino attrarre da spettacoli dove l’unico motivo di esistere è lo spettacolo ad ogni costo, dove normalmente non c’è spazio per la cultura e l’informazione (tolti i tg), per il bene di chi segue. Infatti, da tempo ne vediamo i frutti nelle giovani famiglie che con difficoltà crescono i figli nella libertà del tutto permesso e concesso, grazie a tanti messaggi televisivi che confondono il vero senso della vita. Il bello, il buono, il vero e il giusto non sono una moda da accogliere se mi piace, «sono la colonna portante della vita». La ringrazio tanto per avermi ascoltata cogliendo così l’occasione di farvi gli auguri più belli di buon anno e di buon lavoro.
Gentilissima Milvia, sono lettere come la sua che ci gratificano: scritta a mano, inviata per posta ordinaria, con le scuse finali per «il male scritto»…. Ma quale «male scritto», signora Milvia? Magari scrivessero tutti come lei e ci fossero così vicini. Lei mi ringrazia per averla ascoltata. In realtà sono io che devo ringraziare lei e farle davvero i più sinceri auguri. Per quanto poi riguarda la questione della tv non posso che concordare con lei per i tanti programmi che confondono quello che giustamente chiama «il vero senso della vita». L’elenco sarebbe lungo. Basti pensare che mai come nel 2015 sono stati trasmessi tanti programmi dedicati alla cosiddetta «transizione», ovvero al cambiamento di sesso: Io sono Cait, Transparent, Vite divergenti – Storie di un altro genere, Tutto su mio padre a cui aggiungere la comparsa per la prima volta di un transgender in Beautiful, a livello di fiction, e nella casa del Grande fratello, a livello reale, più la conduzione dell’Isola di Adamo ed Eva affidata a Vladimir Luxuria. Lo ripeto: mai tanti trans in tv come in questo momento. Qualcosa vorrà pur dire. Per non parlare del modello di famiglia che spesso ci viene proposto: sempre più allargato e complicato. Mentre un surrogato dell’amore si può trovare al mercato delle vacche con Il contadino cerca moglie. Si può dire Voglio essere così attraverso la bramosia degli acquisti. Anche sulla religione e soprattutto sulla Chiesa cattolica si fa grande confusione. Si pensi a OpenSpace o a La strada dei miracoli. C’è davvero di tutto in tv. Per fortuna c’è anche qualcosa di buono, ma non è molto, anzi: è poco.
Andrea Fagioli