Di fronte al dramma dei profughi stop alle ipocrisie

Caro direttore, in merito alle problematiche riguardanti i profughi che approdano sulle coste siciliane vorrei che la ragionevolezza avesse a prevalere sull’emozione e sulla paura. In ogni caso, come membri della società umana, dobbiamo porre fine a tanta cattiveria, pure nel linguaggio, verso i profughi e gli immigrati in genere. Certe affermazioni, fatte proprie anche da Maroni, secondo le quali dovrebbe intervenire l’Onu creando campi profughi in Libia è una grossa ipocrisia.

Lo sforzo che ci è richiesto è quello di far emergere e lievitare sentimenti e scelte consoni ad una civiltà millenaria che ci appartiene, anche grazie all’insegnamento cristiano. Al tempo stesso urge che la politica estera degli Stati democratici si attivi per rimuovere le cause che spingono molti africani a rischiare la vita pur di fuggire dalle loro terre di origine.

Nei decenni appena trascorsi si è fatto poco o nulla – anche all’interno delle nostre comunità locali – per favorire momenti di incontro e di scambio culturale e sociale, nonché di esperienze religiose, con i vari gruppi di immigrati che nel frattempo venivano a lavorare e ad abitare fra noi, nei nostri comuni lombardi, veneti o altri.

Ben sappiamo che la massiccia presenza di cittadini provenienti da altre nazionalità ci ha permesso di colmare il nostro pesante deficit demografico, e pure occupazionale in diversi settori di lavoro pesante. Solo che la mancanza di confronto – privo da preconcetti – ci ha impedito di mettere a nudo le nostre paure nei confronti dei vari migranti, compreso gli africani.

Attualmente, l’arrivo di qualche decina di profughi nei vari comuni non modifica il contesto generale, che comprende pure i molti immigrati già regolarmente presenti, e che vanno resi corresponsabili nell’accoglienza, avviando – nelle comunità – un ampio confronto e dialogo riguardo alla realtà in cui vivono molti popoli nel Sud del mondo, nonché l’interesse degli Stati europei a favorire la distensione e la pace nel Continente africano, permettendo, altresì, gli scambi commerciali. Come sempre, nei momenti difficili, i problemi vanno affrontati con lucidità e coraggio, dove ogni espressione sociale e politica dimostra le proprie capacità nel ricercare le migliori soluzioni, che favoriscano l’aumento – anche in prospettiva – del bene comune e della pace sociale.

Creare barricate contro queste persone al limite della sopravvivenza, oltre ad essere cattiveria, è miopia politica che non giova a nessuno, meno ancora per rendere testimonianza all’Amore e alla Verità indicataci da Gesù Cristo.

Giuseppe Delfrate

Caro Delfrate, sottoscrivo le sue sagge considerazioni in materia di profughi. Aggiungo solo che come «Toscana Oggi» ci stiamo impegnando per mantenere alta l’attenzione e favorire una corretta lettura di un fenomeno che ci deve coinvolgere a livello personale oltre che politico. Anche l’apertura di questa settimana, l’editoriale e il primo piano sono dedicati all’argomento, affrontato da più punti di vista: dalle nuove vie di fuga via terra, alle situzioni di guerra nei Paesi africani da dove proviene la maggioranza dei profughi, dai risvolti economici all’accoglienza in Toscana.

Andrea Fagioli