Leggeremo mai della riunificazione tra Acli e Mcl?
Caro direttore, torno a scriverle, dopo un po’ di tempo, per chiedere la sua opinione su una questione; e se magari avesse anche la possibilità di girare la domanda ai presidenti nazionali o almeno regionali dei movimenti interessati, ancora meglio.
Sono passati quasi cinquant’anni dal 1968 e da quelle tensioni ideologiche che spaccavano in due il mondo, sono passati quasi cinquant’anni dalla questione operaia e quel mondo sembra lontano secoli. Mi domando: che senso ha che i circoli parrocchiali italiani siano ancora divisi in due movimenti (Acli e Mcl)? È solo una questione di piccoli orticelli da coltivare o c’è una ragione nuova per rimanere divisi? Che so, forse di simpatie politiche di centrosinistra o di centrodestra? Leggeremo mai su Toscana Oggi la bella notizia della riunificazione?
Giacomo Gradoni
Caro Gradoni, gli amici presidenti regionali di Acli e Mcl credo proprio che leggeranno la sua lettera. Per cui, se vorranno scriverle, noi saremo ben lieti di ospitare le loro risposte.
Per quanto invece mi riguarda, visto che me lo chiede esplicitamente, provo a dirle la mia opinione, partendo dal fatto che i movimenti laicali, a due dei quali lei fa riferimento, sono considerati uno dei frutti più belli del vasto e profondo rinnovamento promosso dal Concilio Vaticano II, che ci ricorda come Cristo adempia «il suo ufficio profetico non solo per mezzo della Gerarchia, la quale insegna in nome e con la potenza di Lui, ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni». Quindi la Chiesa riconosce grande dignità alle associazioni e ai movimenti come possono essere le Acli e l’Mcl, anche se questi sono la conseguenza di una scissione avvenuta all’inizio degli anni Settanta.
Le Acli (Associazioni cristiane lavoratori italiani) nacquero addirittura ben prima del Concilio, alla fine della seconda guerra mondiale, come costola sociale dell’Azione cattolica. L’Mcl (Movimento cristiano lavoratori) nasce ufficialmente nel 1972 dalla riunificazione tra componenti dissociate dalle Acli per divergenze su scelte di fondo. Da allora i contrasti tra le due associazioni sono stati abbastanza forti, ma si sono attenuati nel tempo. Adesso i rapporti sono di collaborazione, anche se non le posso garantire, caro Gradoni, di poter leggere a breve su Toscana Oggi la notizia della riunificazione. Le differenze tra Acli e Mcl rimangano, ma sarebbe riduttivo interpretarle semplicemente come differenti «simpatie politiche».
A volte le differenze sono ricchezza. L’importante è il rispetto reciproco e una stima che possa spingere alla ricerca non tanto di quello che divide, bensì di quello che unisce. E per due associazioni che hanno il «cristiano» nel nome è chiaro quale sia il collante che non permette divisioni. Ma non è facile, se si pensa che le stesse Chiese cristiane sono ancora alla ricerca dell’unità. Siamo tutti in cammino. L’importante è andare avanti con fiducia e buona volontà.
Andrea Fagioli