A proposito della Nota su esorcismi e guarigioni

Direttore, siamo un gruppo di laici cristiani impegnati e da vari anni partecipiamo, due volte alla settimana, alle celebrazioni di «Liberazione e guarigione» nella diocesi di Massa Carrara-Pontremoli. Sono celebrazioni autorizzate dal vescovo. Grazie a queste celebrazioni e grazie anche all’ascolto che ci offrono i sacerdoti che animano queste celebrazioni (pochi purtroppo!) molti di noi sono stati gratificati di «Liberazioni e guarigioni» che hanno cambiato la nostra vita. Rispettiamo l’autorità dei nostri pastori, pur meravigliati e un po’ amareggiati per alcune indicazioni dei vescovi toscani a proposito di «Esorcismi e preghiere di guarigione». Alcuni passaggi di queste «Indicazioni» ci rendono perplessi. Con franchezza ci chiediamo quanti vescovi partecipano talvolta a queste celebrazioni. Ci chiediamo anche quali vescovi esercitano il ministero dell’esorcismo come è dovere del pastore.

Alcuni passaggi di queste «Indicazioni» ci sembrano in dissonanza con un altro documento pontificio altrettanto importante. Ci riferiamo a «Linee di guida per le preghiere di guarigione» scritto nel 2012 dalla Commissione dottrinale dell’Iccrs (Servizio internazionale del Rinnovamento carismatico cattolico con sede nel Palazzo San Callisto in Vaticano). Questo documento ha l’approvazione del cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio Consiglio dei laici. Si legge nel documento della Cet: «Non di rado, durante queste celebrazioni, il sacerdote passa tra i fedeli benedicendoli uno per uno con il SS. Sacramento e quasi sempre si verificano fenomeni quali urla, parole volgari, bestemmie e cose del genere che turbano non poco i fedeli presenti e specialmente i bambini e i più deboli». Troviamo che questa sia un’affermazione esagerata. Questo non succede mai nelle nostre celebrazioni a Massa, dove i bambini e i giovani sono numerosi.

Nel documento vaticano invece, quando si parla di «Preghiere di guarigione» leggiamo al n.2: «Sono permesse le “Messe di guarigione” con speciali preghiere per i malati sotto forma di intercessione o con l’imposizione delle mani». Come del resto facciamo noi. Sempre nel documento pontificio al n.1 si legge: «La preghiera di liberazione mira a liberare chiunque sia oppresso dall’influenza degli spiriti maligni. E questo sembrerebbe autorizzarci a pregare per la liberazione di altri che siano sotto l’influenza del maligno». Direttore, ci chiediamo a chi dobbiamo obbedire: al documento della Cet, oppure al documento pontificio e a Papa Francesco? Grazie! A nome del gruppo di preghiera: Giuseppe, Paola, Lucia, Francesca, Giuliana, Mirko, Angelo…Se devo essere sincero, questa lettera, carissimi amici, mi suona un po’ della serie parlo a nuora perché suocera intenda. Oppure della serie: vediamo come se la cava il direttore di «Toscana Oggi» messo di fronte ad un ipotetico contrasto tra il Papa e i vescovi toscani (che di fatto sono i suoi editori). Vi potrei quindi rimandare a quelli che presumo essere i veri destinatari della lettera, oppure vi potrei rispondere con molta semplicità che se voi avete l’autorizzazione del vescovo diocesano, se da voi non si verificano fenomeni particolari, se non vi sono abusi e deviazioni dalla fede, ecc. queste «Indicazioni» non vi riguardano perché già le attuate e comunque i vescovi toscani non pensavano a voi quando le hanno scritte. Però, una cosa è certa: a qualcuno pensavano. Non esiste, infatti, che 18 vescovi di una sola regione sottoscrivano delle norme se non avessero sotto mano fatti concreti e documentati e non ravvisassero la necessità di un intervento magisteriale.

Al tempo stesso non credo si possa definire pontificio il documento da voi citato in quanto, pur approvato da un cardinale presidente di un Pontificio Consiglio, è opera di una Commissione del Rinnovamento carismatico. Formalmente non si può quindi parlare di contrasto tra documenti pontifici, il Papa addirittura, e i vescovi toscani. Ad esempio, la precisazione da parte dei vescovi toscani che sia impropria l’espressione «Messe di liberazione e guarigione» è importante per non sminuire il valore grande della Messa che, «in quanto tale, è sempre fonte di liberazione» e lo è per tutti. Quello che infine mi preme sottolineare è che non siamo di fronte ad un documento di censura, tutt’altro: la nota dei vescovi toscani nasce da una preoccupazione pastorale. «Il compito della Chiesa – scrivono i vescovi – è quello di guidare il popolo di Dio e di annunciare il Vangelo». Non è un caso che il primo verbo usato nelle «Indicazioni» sia «accogliere».

Andrea Fagioli