Dalle banche al rinnovo dell’abbonamento

Carissimo direttore, sono un suo lettore, abbonato a Toscana Oggi da 35 anni circa. Ho letto con interesse l’intervista di Simone Pitossi a Stefano Biondi, Segretario regionale della Fiba-Cisl, che tratta un argomento interessantissimo di cui purtroppo pochi parlano perché pur causando conseguenti dirompenti per le popolazioni di mezzo globo, è un argomento sempre poco spiegato (cosa sia un «derivato» lo sanno in pochissimi) e di cui le popolazioni non capiscono l’importanza né la necessità di emettere questi titoli. L’articolo è giustamente intestato «La tutela dei risparmiatori». Ma il problema non si limita a questo. Va ben oltre. Da queste operazioni, portate a dimensioni esasperate, è nata l’attuale crisi economica che dal 2008 avvelena la vita di tutti.

La domanda da porci è questa : perché i governi degli Stati più forti d’America e d’Europa permettono ancora l’emissione di tali titoli che non sono garantiti sufficientemente e con la loro insolvenza provocano danni così catastrofici? Perché tante banche caldeggiano l’acquisto, assolutamente indisturbate, invogliando i clienti all’acquisto di tali titoli? Eppure si legge che è dallo scandalo della Lehman Brothers che tutti parlano di riforma dei mercati finanziari e ad oggi non se ne è fatto di niente. Direttore mi congratulo con lei perché, a quanto mi risulta, il suo giornale è stato il primo a mettere in evidenza, con chiaro aspetto critico, questo problema che interessa il mondo. Il mio modesto invito è quello di insistere su questo argomento, nel modo che lei riterrà migliore. Magari aprendo un dibattito sull’argomento invitando a parlarne economisti, politici, docenti universitari, uomini di Chiesa e tutte le persone che sentono vivo il problema e credono, come me, che vada subito preso in considerazione.

Alberto MinghelliFirenze

La ringrazio, caro Alberto, della stima per il giornale, tra l’altro ribadita in un post scriptum che ho tralasciato di pubblicare. La ringrazio anche (ma in questo momento vorrei dire soprattutto) per la fedeltà: lei è abbonato da sempre, almeno da quando esiste Toscana Oggi, che proprio a dicembre celebra il trentennale. Ma da quanto dice, lo era anche prima, quando ancora non era iniziata la comune avventura delle 16 edizioni diocesane che insieme al dorso regionale danno vita a questa iniziativa editoriale di Toscana Oggi: un giornale unico con 16 diverse edizioni, corrispondenti ad altrettante diocesi. Una bel segnale di comunione nella Toscana dei mille campanili. Chiedo scusa, caro Alberto, se ho approfittato della sua lettera per fare un po’ di propaganda in questi tempi di rinnovo dell’abbonamento. La sfrutto perché lei (lo dico scherzosamente, non se ne abbia a male) è uno «spot vivente»: è la migliore testimonianza per dire che vale la pena rinnovare l’abbonamento.

Per il resto, lei stesso dice di aver trovato nel nostro «primo piano» sulla tutela dei consumatori alcune risposte alle questioni finanziare che giustamente pone e per le quali raccoglieremo l’invito ad approfondire la materia aprendo un dibattito. Di nuovo grazie e… continui a seguirci almeno per i prossimi trent’anni.

Andrea Fagioli