La tv e la sindrome del buco della chiave

Caro Direttore,è già da diverso tempo che ho un quaderno tutto mio dove scrivo di getto tutto ciò che mi fa arrabbiare e mi fa riflettere. Questa settimana su Toscanaoggi ho letto la lettera di «Una nonna in pena per la Tv» e mi è venuta voglia di inviarvi la mia presa di posizione sulla responsabilità oggettiva della televisione e sulla nostra «presunta» libertà di cambiare canale.

Traggo dal mio quaderno quanto segue: È verissimo che tu hai la possibilità di cambiare canale, ed è altresì vero che nessuno ti costringe a vedere ciò che non vorresti vedere; ma purtroppo c’è dentro ognuno di noi: «La sindrome del buco della chiave»! Con questa denominazione intendo definire lo spirito di spiare e curiosare, che, umanamente parlando, ha, più o meno accentuato, ognuno di noi.

Da bambini ci veniva detto che spiare e curiosare nella vita altrui era da maleducati ed era terribilmente sconveniente guardare dal buco della chiave! Eppure più o meno tutti, chi prima chi dopo, ci siamo cascati… si è guardato dal buco della chiave! Magari poi per rimanere delusi perché non si vedeva proprio niente!

Adesso ingigantiamo il tutto ed il piccolo buco si è trasformato in un grande schermo televisivo e ciò che soltanto si immaginava da bambini, adesso ce lo propongono trionfalmente chiaro e tondo! Però… siamo liberi di cambiare canale! Che libertà è se ci viene dato un buco così aperto e sfacciato? Il dito cerca di pigiare i tasti del telecomando per cambiare canale ma la tentazione è tanta! E lo sanno benissimo coloro che sono dietro allo schermo di questa nostra debolezza ed è qui che sta il loro potere! Il potere di farti vedere quello che tu cerchi con tutti i mezzi di non vedere né sentire ma, siccome non tutti sono forti di carattere, cedono vigliaccamente e guardano e ascoltano volgarità e bestemmie, parolacce e spogliarelli, violenza gratuita e atrocità a non finire senza rendersene neppure conto!

Secondo voi è lecito questo? Secondo me è tutto totalmente amorale anche perché: se è vero che la tua libertà non deve arrivare ad ostacolare la mia, qui si evidenzia che, invece, la tua libertà non consente a me di vedere e gustare ciò che io vorrei seguire tranquillamente senza dover sempre essere in posizione di difesa.

Io rivendico in questo momento la mia vera libertà! Non quella che mi vogliono imporre quelli del telecomando! Quella, per intendersi, di vedere tranquillamente prodotti decenti, artistici e se non chiedo troppo, anche che facciano bene all’intelletto e alla sensibilità di ogni essere umano!Laura MotroniMonsummano Terme (Pt) Quella «sindrome del buco della chiave» di cui parla la nostra lettrice può effettivamente spiegare perché alcuni programmi considerati dagli stessi telespettatori come pura «spazzatura» finiscono poi per esser tra i più visti. E ha ragione quando afferma che la libertà del telecomando non può essere un alibi per far passare sui nostri schermi veramente di tutto. È vero: come telespettatori più che un diritto al telecomando abbiamo quello a vedere programmi intelligenti.Nonostante questo, però, continuo a pensare che – mentre ci impegnamo con tutti i mezzi affinché cambino le scelte di chi fa televisione – facciamo comunque bene a usare il telecomando, non solo per cambiar canale ma anche per spengere qualche volta il televisore.