Caro Direttore,l’incredibile puntata di «Excalibur» andata in onda su Raidue giovedì 7 novembre ha suscitato in me vivo disappunto. Ma non tanto per la faziosità (così spinta e sguaiata che al confronto Michele Santoro appariva un modello di equilibrio e di imparzialità): in fondo è quello che ci si può aspettare da un’informazione ormai quasi totalmente asservita al potere politico (Berlusconi l’aveva fatto intendere chiaramente, quando dalla Bulgaria sentenziò l’epurazione di Biagi, Santoro e Luttazzi).No. Il mio sconcerto è nel vedere come Vittorio Agnoletto e padre Gheddo si siano prestati ad essere utilizzati come pretesto per la disinvolta operazione di equiparare l’intero movimento new-global ai peggiori orrori del comunismo.Passi per un presenzialista un po’ narciso come Agnoletto. Ma da un ecclesiastico come padre Gheddo ci si sarebbe aspettati maggiore prudenza e evangelica scaltrezza, quando la stessa scaletta degli argomenti (dalla Madonna di Medjugorie a Che Guevara ai teschi della Cambogia alla persecuzione delle comunità cristiane in Vietnam ecc.) lasciava intuire lo scopo della manovra: appiattire i new-global sulle peggiori posizioni estremistiche (ignorando volutamente la forte presenza cattolica: Alex Zanotelli e don Ciotti, l’Agesci, i Focolari, le Sentinelle del mattino ecc.), far apparire come radicale nemico della fede cristiana chiunque analizza criticamente gli assetti di potere che reggono il mondo.Vergogna per chi ha orchestrato l’operazione, peccato per chi vi si è più o meno consapevolmente prestato.Francesco MichelazzoFirenze