Offerte per i poveri o per il centro pastorale?

Caro Direttoresiamo una famiglia di Prato e siamo dispiaciuti dal comportamento del nostro parroco. Ogni domenica durante la Messa ci invita a fare donazioni in favore del Centro Pastorale. Viene così raccolto denaro sia durante che dopo la celebrazione. Ora che siamo sotto le feste natalizie, ha inviato ai suoi parrocchiani, un opuscolo dove sono elencate tutte le entrate e le uscite per realizzare questa opera e ci informa di quanto denaro manca ancora per saldare i debiti contratti. Soltanto poche righe in favore della Caritas Diocesana, quando ci si aspetterebbe una attenzione inversa.Comportamento, questo, che ha creato un forte disagio all’interno della nostra famiglia. Mia moglie ed io abbiamo sempre cercato di insegnare ai nostri figli ad individuare ciò che riteniamo essere i veri problemi che affliggano l’umanità: fame, malattia, guerra, ingiustizia sociale, indifferenza, ecc. Cerchiamo nel nostro piccolo di fare delle donazioni per aiutare bambini meno fortunati dei nostri, consapevoli dell’impotenza del nostro debole gesto. Ma di fronte a questo opuscolo, a questo modo di agire ci siamo chiesti: Perché spendere tanto denaro per un’opera che può benissimo attendere, quando al mondo ci sono bambini che muoiano di fame? Una donazione di 50 euro può rifornire un Centro Nutrizionale di alimenti terapeutici per 2 mesi, offrendo cure di prima emergenza a circa 60 bambini gravemente malnutriti (dati Unicef). Con il costo dell’opera si potrebbe intervenire su 3.600 bambini in gravissima situazione. Cosa dobbiamo dire ai nostri figli che vorrebbero gridare in Chiesa per le strade al mondo intero la loro rabbia verso questa dolorosa indifferenza?Famiglia Mannelli-OrtizPrato

La vostra attenzione alle sofferenze dei più poveri nel mondo, vi fa davvero onore e per parte mia non posso che incoraggiarvi in questo atteggiamento. Vi chiedo però di non giudicare con tanta severità il comportamento del vostro parroco (ho volutamente tolto il riferimento alla parrocchia), che non conosco e che – sia ben inteso – non voglio giustificare a priori. La questione che voi ponete, di una Chiesa che rinuncia a tutto per aiutare i più poveri, è una di quelle che pervadono tutta la storia del cristianesimo, a partire dallo stesso Vangelo (pensi all’episodio in casa di Simone il lebbroso, Mc 14, 3-9). L’amore verso i nostri fratelli non è però di per sé in contrasto con la normale attività pastorale delle nostre parrocchie: basta trovare il giusto equilibrio.