Più attenzione all’appello dei Vescovi

Caro Direttore,anche in questo momento così drammatico e tragico siamo chiamati, da cristiani, a mantenere viva la speranza ed a cercare, nella notte, i segni dell’aurora. Per me rappresenta un punto di riferimento e di speranza la posizione netta e decisa del Papa e dei vescovi e le tante iniziative prese in tutte le comunità, anche piccole, per la pace: preghiere, digiuni, manifestazioni, conferenze, bandiere. In questi giorni mi è capitato di leggere su «Il giornale della Toscana» del 23 marzo alcune dichiarazioni di autorevoli esponenti di associazioni cattoliche che criticavano i vescovi delle Chiese toscane per il documento di condanna della guerra giudicato eccessivamente duro e caratterizzato ideologicamente e politicamente dall’antiamericanismo. Non so se le loro parole sono state strumentalizzate ma penso che di fronte al magistero dei nostri pastori occorrerebbe una maggior attenzione: non possiamo accettarle solo quando non ci pongono in discussione. È vero, le parole del Papa e dei vescovi sono dure ma non è molto più dura la realtà della guerra? Chi può dire con leggerezza, come ho sentito dire da qualche politico: «Io mi sento a posto con la mia coscienza». Io come uomo, come cristiano e responsabile di un’associazione, non mi sento a posto: avrei dovuto credere di più nella forza della preghiera, avrei potuto pregare, digiunare, manifestare con più convinzione e non arrendermi di fronte alle difficoltà. Accolgo quindi con molta gratitudine il messaggio della Cet e mi sento «ulteriormente provocato alla preghiera accorata, alla concreta solidarietà e alla costruzione di un mondo più giusto e fraterno».Gabriele TorriniPresidente AC di Fiesole

Anch’io ho letto le dichiarazioni a cui si fa riferimento e sono rimasto meravigliato e dispiaciuto perché sembrano rispondere più a valutazioni politiche che a sentire ecclesiale. Pare impossibile che dei responsabili di associazioni ecclesiali si siano espressi in quei termini che possono alimentare all’interno del mondo cattolico divisioni e polemiche e che oltretutto sono veramente fuori posto in un tempo in cui la guerra mostra il suo volto peggiore. È vero che, a parte le precisazioni di Gambelli al nostro settimanale, non ho visto finora smentite, ma è molto probabile che l’intervistatore abbia estrapolato delle frasi da un contesto più ampio o abbia un po’ forzato i toni, perché sarebbe davvero grave il valutare un intervento dei Vescovi alla luce di appartenenze politiche che finiscono per mettere in ombra l’Appartenenza ecclesiale.