La solitudine dei cristiani in politica
La cartina di tornasole di questo «deserto» è rappresentata dai giovani che si formano nelle nostre parrocchie: o vivono il loro cristianesimo in una dimensione esclusivamente spirituale oppure, quelli che sono animati dalla voglia di impegnarsi nel sociale, concretizzano la loro buona volontà nella dimensione associativa senza porsi minimamente il problema dell’impegno politico. Questo, non perché non si rendano conto dell’importanza della politica, ma semplicemente perché, non avendo avuto dalla Chiesa locale nessuna formazione sul piano culturale, nessuno stimolo, nessun incoraggiamento, sono convinti di non essere attrezzati per una presenza nella politica e nelle Istituzioni.
Nelle parrocchie della mia zona sono anni ormai che non si parla di Dottrina sociale, di etica del lavoro, di umanesimo economico e sociale, di come il cristiano deve agire politicamente rispetto ad una società multietnica e multireligiosa.
Vorrei risponderle che si sbaglia, che è troppo pessimista o che la sua è un’esperienza tutta particolare. Invece, purtroppo, ho l’impressione che le cose stiano proprio come lei le descrive. I cattolici impegnati in politica, ovunque siano collocati, non avvertono più la presenza di un laicato cattolico che li sostiene (anche con la critica!) e al quale far riferimento. Nelle stesse parrocchie difficilmente si parla di temi politici (nel senso più nobile del termine) e della Dottrina sociale della Chiesa. C’è un rifiuto della politica che ha radici lontane, ma sul quale si è innestato con effetti devastanti il nostro rissoso bipolarismo imperfetto. Spesso si ha paura di essere etichettati «di destra» o «di sinistra», creando nella comunità ecclesiale dolorose lacerazioni. Qualche segnale di speranza mi sembra venga da un rinnovato interesse per alcuni temi, come la pace e la giustizia nel mondo, sulla scia anche delle parole chiare e profetiche di Giovanni Paolo II. Credo, però, che i tempi siano maturi per una riflessione comune sulla politica che porti ad un rinnovato impegno nel sociale del laicato cattolico. Un impegno lontano dalle antiche forme di collateralismo, ma non per questo forzatamente «neutrale» verso ogni tipo di scelta.