Fecondazione, una legge ingiusta?

Caro Direttore,a proposito dell’intervento del sottosegretario al welfare sulla Fivet (fecondazione artificiale) (Toscanaoggi n. 41 del 16 novembre 2003), l’onore (e l’onere) della verità suggerisce che di una legge si dica anzitutto se è giusta o no. E poiché «la legge uscita dalla Camera» è – come più volte autorevolmente proclamato – «gravemente ingiusta», sconcerta il tono perentorio – «La legge non si tocca» – della Sestini; oltretutto una cattolica. Fra le altre, la più grave ingiustizia della legge sta nel diritto riconosciuto alla famiglia legittima di mandare consapevolmente a morte, per uno che scampa e nasce, venti propri figli. Si può aggiungere che, purtroppo, gli argomenti contro le sortite demagogiche di certe «parlamentari» più o meno «femministe» sono deboli. Chi dirà alle donne ( e ai loro uomini) orientate a ricorrere alla Fivet secondo questa legge, che se anche riusciranno ad avere «un figlio in braccio», con una notevole probabilità (più del 20%), esso sarà affetto da anomalie cromosomiche e malformazioni? Se veramente non si poteva fare di più e meglio, è quantomeno giocoforza prendere atto, dopo divorzio e aborto, di una nuova e più grave caduta, in tema di diritti fondamentali, della dignità della nazione e delle sue istituzioni. Tacere non è collaborare?Mario Paolo RocchiFirenze Caro Direttore,trovo strano che i politici che condannano la legge sulla procreazione assistita definendola retrograda, oscurantista, antiscientifica siano gli stessi che insorgono contro gli Ogm in difesa della legge naturale. Allora bambinbi Ogm in provetta sì! pannocchie Ogm no? Fabio Draganicicivola2000@yahoo.it Caro Direttore,ho seguito con interesse la discussione al Senato sulla fecondazione assistita e come elettore del centro-sinistra sono soddisfatto che anche «La Margherita» abbia votato a favore della legge che vieta la fecondazione eterologa (fecondazione con gameti di donatore extra coppia). Sono rimasto invece deluso dalla posizione dei Ds i quali non hanno capito che certi valori possono essere condivisi anche dai laici e non solo dai cattolici. Hanno fatto spesso riferimento ad alcuni paesi dove la fecondazione eterologa è permessa, ma si sono guardati bene dal menzionare la laicissima Svezia dove questo tipo di fecondazione era permessa da circa 20 anni e solo di recente è stata nuovamente vietata per i problemi che causava alle coppie e soprattutto nei figli nati con questo metodo.Lettera firmataecofar2000@yahoo.it Dico subito che sono d’accordo sulle ultime due lettere. Non condivido invece quella di Rocchi, sia per alcune affermazioni inesatte (la nuova legge prevede che ogni embrione prodotto sia destinato alla nascita e non è vero che il 20% dei nati con queste tecniche abbiano anomalie cromosomiche e malformazioni), che per la tesi di fondo. La morale cattolica – cito dal Catechismo § 2373-2379 – mentre incoraggia «ricerche finalizzate a ridurre la sterilità umana», rifiuta come « gravemente disoneste» tecniche di procreazione «che provocano una dissociazione dei genitori, per l’intervento di una persona estranea alla coppia (dono di sperma o di ovocita, prestito dell’utero)». Riconosce che se «praticate in seno alla coppia, tali tecniche (inseminazione e fecondazione artificiali omologhe) sono, forse, meno pregiudizievoli», ma egualmente le ritiene «moralmente inaccettabili». Questa legge, dunque, non è una «legge cattolica» (ammesso che mai possano esistere leggi di tale specie), tanto è vero che prevede la possibilità di obiezione di coscienza da parte del personale medico e paramedico, che si presume possa essere esercitata proprio in nome di convinzioni religiose. Eppure ritengo che la sua approvazione sia un fatto molto positivo. Perché una legge non è «giusta» in astratto, ma va valutata nel contesto nel quale si colloca. Prima di questa legge (che deve ancora entrare in vigore, dovendo ripassare dalla Camera), in Italia tutto era permesso. Adesso i fenomeni più gravi sono proibiti e per la prima volta viene indicato anche il nascituro come soggetto da tutelare. Bene hanno fatto dunque i cattolici presenti nei due schieramenti a votare e a difendere una legge che pure non rispondeva completamente ai loro principi morali. Scriveva il Papa nella «Evangelium vitae»: «un parlamentare, la cui personale assoluta opposizione all’aborto fosse chiara e a tutti nota, potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica». Qui non si trattava di aborto, ma l’analogia è evidente. Mi auguro quindi che l’idea di raccogliere le firme per abrogare la nuova legge non abbia seguito, perché temo che un referendum potrebbe accentuare le divisioni o farci tornare al «Far West della provetta». Piuttosto si cerchi il dialogo per migliorarla, se è possibile, in alcuni aspetti.

Fecondazione, cattolici uniti in difesa della legge

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