La preferenza baluardo di libertà

Caro Direttore,chiesi ed ebbi accoglienza nel suo giornale quando, alla vigilia della tornata elettorale di tre anni orsono, si profilò una terza via che poteva dare spazio fra le spire strette dei due poli. Benché l’esperienza sia fallita, con un vergognoso voltafaccia dello stesso ideatore, sono ancora convinta che ogni elettore debba avere la possibilità di scegliere ed essere protagonista del proprio voto. Oggi ci risiamo! E ancora una volta mi faccio viva per dire a gran voce, insieme ad altri lettori di Toscanaoggi, che mi sento nuovamente soffocata perché, togliendo la preferenza, sento vanificato un segno della mia libertà e quindi della mia dignità. I partiti scelgono, governano, fanno alleanze, le distruggono, le fanno di nuovo e di nuove, ma insomma al cittadino che rimane? Un tempo l’impossibilità di scelta, ovvero i «listoni», odoravano di regime. Ci risiamo?Ambra CiucchiFirenze Siamo già «ai listoni che odorano tanto di regime» come si chiede la nostra gentile lettrice? Non credo. Certo, però, qualora la nuova legge elettorale regionale stabilisse l’eliminazione del voto di preferenza, la possibilità di scelta dell’elettore sarebbe fortemente limitata. Si voterebbe infatti su liste bloccate con i candidati collocati in un ordine stabilito dalle segreterie dei partiti. E in questo caso… la collocazione fa davvero la differenza! La preferenza – si dice – scatena rivalità all’interno della stessa lista e obbliga i singoli candidati a spese enormi, favorendo così chi dispone di maggiori mezzi, propri o altrui. È vero: ma si potrebbe ovviare fissando, come è stato proposto, un tetto per le spese elettorali, vincolante e controllato.Le primarie, che vengono ipotizzate come alternativa, sono certo un sistema di scelta dei candidati che può funzionare, in Usa per esempio; dovrebebro però esser rese obbligatorie e regolate dalla legge: presuppongono, inoltre, una partecipazione popolare che oggi in Italia manca.

Sembra che sull’ipotesi di abolire la preferenza ci sia – o meglio, ci fosse – un accordo di massima tra le forze politiche; ultimamente però una forte opposizione, che coinvolge gruppi, anche molto diversificati, che sono rappresentativi e molto radicati nella società, sembra aver rimesso tutto in discussione, anzi tra i partiti si notano significative marce indietro, soprattutto perché la gente è in genere contraria: sul nostro sito Internet al quesito «preferenza sì/no», fino ad oggi l’81% degli intervenuti si è dichiarato per il suo mantenimento.

Un’ultima considerazione. Alcuni elettori, e non sono pochissimi, nell’attuale bipolarismo ci stanno stretti: per questi la scelta delle persone è spesso prioritaria, rispetto allo stesso schieramento. L’eliminazione della preferenza potrebbe metterli in ulteriore difficoltà e spingerli a disertare il voto. E non credo che questo sia auspicabile.

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Una campagna contro lo Statuto regionale