Caro Direttore,è incredibile come il processo di secolarizzazione stia invadendo anche il nostro paese. Ho avuto modo di rivisitare la mia parrocchia di origine dopo anni di assenza e con dispiacere ho notato che molti dei miei vecchi amici non partecipano più regolarmente alla Messa festiva.Questa è stata sostituita con attività sportive di vario genere,visite ad amici ecc. Parlando con qualcuno di loro mi è stato detto che preferiscono impegnarsi nel volontariato e che anche il parroco (secolarizzato anche lui?) non insiste più di tanto sulla pratica religiosa.Ma esiste sempre il precetto festivo? E il terzo comandamento: «Ricordati di santificare le feste»? Se sì, non sarebbe male se i nostri parroci ce lo ricordassero di tanto in tanto.Carlo InnocentiFirenzeLa situazione che lei evidenzia, caro Innocenti, non è isolata. La frequenza alla Messa domenicale è fortemente diminuita in questi anni. Ce lo dicono le statistiche: nella nostra regione si attesta sul 13-15% con un notevole calo rispetto, per esempio, al 1972, quando era del 25%. In Toscana la rilevazione più recente è del novembre 1998 e si riferisce alla Diocesi di Prato, dove la partecipazione sarebbe però del 19%.È un fenomeno che preoccupa: lo attestano i continui richiami del Papa e dei Vescovi. Giovanni Paolo II nella Lettera apostolica «Dies Domini» (maggio 1998) mentre esorta «perché il valore di questo giorno sacro sia sempre meglio riconosciuto e vissuto», ne indica le motivazioni forti: nella Messa domenicale i credenti, «incontrando la Chiesa che celebra gioiosamente il mistero da cui attinge tutta la sua vita, possono incontrare lo stesso Cristo risorto». Ed è proprio da quest’incontro che nascono e si vivificano le opere dell’amore perché «i suoi discepoli, rinnovandosi costantemente nel memoriale settimanale della Pasqua, possono essere comunicatori del Vangelo che salva e costruttori operosi della civiltà dell’amore».La Messa domenicale è dunque per il cristiano ben altro che un rito o una tradizione da sostituire «con un impegno di volontariato», come dice il suo amico.Riscoprire la domenica è dunque fondamentale. Sarà questo il tema del XXIV Congresso Eucaristico nazionale che si terrà a Bari dal 21 al 29 maggio 2005. Nel presentarlo l’arcivescovo di Bari ha sottolineato che «la domenica è il giorno dell’Eucarestia e precisa l’identità del cristiano». È una dimensione da recuperare, anche se non è facile perché «ci troviamo di fronte ad una cultura che tende a non considerare sufficientemente la domenica. Il rapporto tra festa e lavoro si è ammorbidito. I giorni di festa, le domeniche, non sono molto diversi dai giorni feriali».