Caro Direttore,si fa un gran parlare in questi tempi di diritti della persona, ma dal dire al fare c’è di mezzo il mare. A Buttiglione è bastato esprimere sinceramente e rispettosamente i propri convincimenti sulla dignità della persona umana e sulla famiglia per essere vergognosamente assalito fino al punto di venir sfiduciato in sede europea. I sostenitori cosa buona in sé dei diritti dei cani e dei gatti, dei topi e dei pinguini, delle civette, delle rane e di ogni quant’altro non sia persona umana, sostenitori di un pacifismo tanto pacifico da condurli talora alla violenza nelle loro manifestazioni, hanno urlato allo scandalo per le parole di Buttiglione. Complimenti! Questi personaggi hanno un concetto veramente strano di democrazia e libertà. Per loro tutte le persone sono assolutamente libere di esprimere il proprio pensiero; basta però che tali convincimenti non siano difformi dai loro, altrimenti vengono sistematicamente tacciati talora di arroganza, altre volte di oscurantismo, altrove per i più «pericolosi» addirittura di clericalismo. Sono questi i frutti culturali prodotti dal relativismo imperante. In realtà, l’Europa ha veramente perso le sue radici; radici di una civiltà gloriosa che ha saputo crescere ponendo le sue istituzioni al servizio della persona umana, della sua inalienabile dignità e dei suoi diritti.Un’appendice merita la riflessione su quei cattolici che, con il loro prezioso voto, continuano ad alimentare l’acqua del mulino di questi «campioni di tolleranza» laica (la stessa tolleranza mostrata anche in merito al dibattito sulla fecondazione artificiale).Riccardo NoviFauglia (Pi)Sulla «bocciatura» di Buttiglione da parte della Commissione «Libertà civili» del Parlamento Europeo ho già espresso il mio pensiero in un corsivo pubblicato in prima pagina dell’ultimo numero del settimanale (n. 37). Noto però che l’attenzione, sia nel dibattito che nelle varie prese di posizione, si sposta giustamente dal fatto in sé che non dovrebbe peraltro avere conseguenze pratiche e pone interrogativi di fondo che del resto emergono anche dalla sua lettera, come da altre giunte in redazione.Ci si chiede anche da autorevoli firme laiche quale Europa si stia costruendo e soprattutto su quali valori. È davvero la realizzazione del disegno sognato e voluto da statisti di Paesi fino ad allora storicamente nemici? Il progetto di un’Europa unita, che apparve a molti utopico, si poneva certo mete concrete, anche economiche, ma faceva leva su valori forti che, quantunque spesso traditi nel corso della storia, sono pur sempre entrati nel patrimonio comune europeo ed hanno la loro matrice nel cristianesimo. Le radici dell’Europa sono lì, sia pure arricchite da altri apporti meritevoli di riconoscimento e dignità.In questi ultimi tempi la dimensione monetaria ed economica, pur importante, sembra invece aver prevalso e cosa più preoccupante è emersa, sulla spinta di potenti gruppi di pressione, la tendenza ad una omologazione coatta di tipica marca laicista che vuole espungere ogni identità forte, quella cristiana in primo luogo, e che si traduce in «risoluzioni» e «raccomandazioni» del Parlamento europeo che investono principalmente la vita e la famiglia.È un disegno che può e deve essere contrastato sul piano culturale oltre che politico con una riflessione e un dibattito serio che sappia uscire dalle semplificazione polemiche, anche perché la posta in gioco è alta.