Emergenza neve: basta proclami

Caro direttore,ma che Paese è mai il nostro se basta una nevicata d’inverno (in pieno inverno, mica d’estate!) per mandare in tilt tutto e assistere al solito scaricabarile? Quello che è successo a Roma è esemplare. Nel giro di poche ore si è bloccato tutto. È stato il caos. E cos’hanno fatto il sindaco e il capo della protezione civile? Hanno cominciato a rimpallarsi le responsabilità.

Anche in Toscana non mi sembra sia andata meglio, con un sacco di gente rimasta senza luce o senz’acqua.

Marcello LoffrediIndirizzo email

Ammettiamolo: non siamo preparati alla neve. Il nostro è il Paese del sole, del clima mediterraneo. Almeno lo era, fino a qualche tempo fa. Adesso, le nevicate invernali e le alluvioni autunnali non sono più un’eccezione. Molti studiosi sostengono che il clima è cambiato. Io non lo so. Certo è che questi fenomeni sono in aumento. Non è che anche in Toscana in passato siano mancate le gelate: i più giovani non se lo ricordano, ma nel gennaio 1985 ci fu un freddo polare, addirittura meno 27, con tanto di Arno ghiacciato e neve alta in tutte le nostre città.

I più vecchi rammentano anche l’inverno del 1956. Così come le alluvioni: una data per tutte, 4 novembre 1966. Ma erano, come detto, eventi eccezionali. Ora sembrano quasi la norma e per questo ci dovremmo attrezzare prima possibile. Gli scambi ferroviari riscaldati vanno previsti dappertutto. Le gomme o le catene da neve le devono avere tutti ed essere in grado di montarle. I camion vanno fermati se c’è il rischio che possano bloccare la circolazione, ma al tempo stesso si devono trovare alternative per consentire i rifornimenti dei generi alimentari e di prima necessità. Senza dimenticare che prima di tutto bisogna garantire che nessuno muoia di freddo, come invece è successo anche qui in Toscana.

Insomma, c’è molto da fare. Ma per favore basta proclami. È inutile dire: «Siamo pronti, gli spalaneve sono sulle strade, abbiamo comprato tonnellate di sale, garantiremo il 90% dei convogli, il piano emergenza neve è in piena azione…». E poi succede quello che anche questa volta è successo. I treni si sono fermati o hanno viaggiato con gravi ritardi, le cose sono andate un po’ meglio sulle strade, almeno qui da noi in Toscana (non certo nel resto d’Italia), ma proprio perché in molti casi si è provveduto con rapidità al blocco dei tir (ad esempio sulla Firenze-Pisa-Livorno e sulla Firenze-Siena). La corrente è mancata in molto zone, soprattutto del senese e dell’aretino. Eppure, anche in questo caso, i proclami non erano mancati. L’Enel aveva annunciato una task force pronta ad intervenire. Una task force che si è poi rivelata insufficiente, o meglio: si sono rivelate inadeguate molte linee elettriche. Ma allora perché i proclami della vigilia? Anche le Ferrovie sono finite sul banco degli imputati. Certo non è facile far viaggiare i treni se la neve sui binari sale a vista d’occhio. Ma allora, anche in questo caso, perché dire di essere pronti all’emergenza e addirittura invitare la gente a non usare i mezzi privati, a utilizzare quelli pubblici e poi trovarsi prigionieri per ore e ore dentro il vagone di un treno, in aperta campagna, al freddo e al buio? Allora, davvero: basta proclami.

Ammettiamo che non siamo all’altezza di gestire una situazione del genere. Avvisiamo subito i cittadini delle difficoltà che ci saranno e rimbocchiamoci le maniche perché nel minor tempo possibile si possa essere all’altezza della situazione e gestire anche l’emergenza neve, senza le sgradevoli polemiche (sotto le quali c’è sempre il risvolto politico) tipo quelle tra il sindaco di Roma e il capo della Protezione civile, iniziate mentre ancora c’era gente intrappolata nelle auto o sui treni.

Andrea Fagioli