«Prendersi cura», come il Samaritano

La passione per Cristo – ha esordito – ci spinge alla profezia della compassione. Che risuoni in voi la causa dell’umano come causa di Dio. E così sentendovi una famiglia, potrete porvi in ogni momento al servizio del mondo ferito e malato. Pensate alla figura evangelica del samaritano (Lc 10,15-37). Non sembra disporre di molti mezzi, ma ha lo sguardo attento e lì, nel profondo del suo essere, il suo cuore ha vibrato al ritmo dell’altro. L’urgenza di tendere la mano a chi ne ha bisogno lo porta a mettere da parte i suoi progetti e a interrompere il suo cammino.

La preoccupazione per la vita minacciata dell’altro fa emergere il meglio della sua umanità, e gli fa versare con tenerezza olio e vino sulle ferite di quell’uomo mezzo morto. In questo gesto di puro altruismo si nasconde il segreto della vostra identità di ospedalieri. Nel lasciarvi coinvolgere dall’altro e nel gesto del samaritano, di versare olio e vino sulle ferite di colui che era caduto nelle mani dei banditi, scoprirete il marchio della vostra stessa identità. Un marchio che vi porterà a mantenere viva nel tempo la presenza misericordiosa di Gesù che si identifica con i poveri, i malati e bisognosi e si dedica al loro servizio. In questo modo potete compiere la vostra missione di annunciare e realizzare il Regno di Dio tra gli infermi. Con la vostra testimonianza e le vostre opere apostoliche assicurate assistenza ai sofferenti e promuovete la pastorale della salute.

Il samaritano «si prese cura» del ferito. L’espressione «prendersi cura» ha una dimensione umana e spirituale. Gesù vuole che tocchiamo la miseria umana, che tocchiamo la sua carne nella carne di coloro che soffrono nel corpo o nello spirito. Toccare, per lasciarci toccare. Allora la nostra vita si trasformerà in icona delle viscere di misericordia di Dio, configurandosi finalmente a Cristo compassionevole e misericordioso, che passò nel mondo facendo del bene a tutti (cfr. At 10,38) e sanando ogni sorta di malattie e di infermità (cf. Mt 4,23). Cari fratelli portate la compassione e la misericordia di Gesù ai malati e ai più bisognosi. Uscite da voi stessi, dai vostri limiti, dai vostri problemi e difficoltà, per unirvi agli altri in una carovana di solidarietà. Che i vostri giovani  profetizzino e i vostri anziani non cessino di sognare (cfr. Gl 3,1).