L’odio e il disprezzo possono uccidere
Gesù ci rivela di questo comandamento un senso ancora più profondo. Egli afferma che, davanti al tribunale di Dio, anche l’ira contro un fratello è una forma di omicidio. «Chiunque odia il proprio fratello è omicida» (I Gv 3,15). Ma Gesù nella stessa logica aggiunge che pure l’insulto e il disprezzo possono uccidere. Nessun codice umano equipara atti così differenti assegnando loro lo stesso grado di giudizio. E coerentemente Gesù invita addirittura ad interrompere l’offerta del sacrificio nel tempio se ci si ricorda che un fratello è offeso nei nostri confronti, per andare a cercarlo e riconciliarsi con lui.
Che cosa intende dire Gesù, estendendo fino a questo punto il campo del Quinto Comandamento? L’uomo ha una vita nobile, molto sensibile, e possiede un «io» recondito non meno importante del suo essere fisico. Infatti per offendere l’innocenza di un bambino basta una frase inopportuna. Per ferire una donna può bastare un gesto di freddezza. Per spezzare il cuore di un giovane è sufficiente negargli la fiducia. Non amare è il primo passo per uccidere; e non uccidere è il primo passo per amare. L’esistenza umana ha bisogno di amore. E qual è l’amore più autentico? E’ quello che Cristo ci ha mostrato, cioè la sua misericordia. L’amore di cui non possiamo fare a meno è quello che perdona. Nessuno di noi può sopravvivere senza misericordia, tutti abbiamo bisogno del perdono. Quindi se uccidere significa distruggere, sopprimere, eliminare qualcuno, allora «non uccidere» vorrà dire curare, valorizzare, includere. E anche perdonare. Nessuno si può illudere pensando: «Sono a posto perché non faccio niente di male».
Un minerale o una pianta hanno questo tipo di esistenza, invece una persona no. A un uomo o a una donna è richiesto di più. C’è del bene da fare, preparato per ognuno di noi, ciascuno il suo, che ci rende noi stessi fino in fondo. «Non uccidere» è un appello all’amore e alla misericordia, è una chiamata a vivere secondo il Signore Gesù, che ha dato la vita per noi e per noi è risorto. E’ stato detto che non fare del male è cosa buona, ma non fare del bene non è buono. Sempre dobbiamo fare del bene. Andare oltre. Nel Signore, nel suo amore più forte della morte e per la potenza dello Spirito che il Padre ci dona, possiamo accogliere la Parola: «Non uccidere».