«Rientra nel cuore», l’invito di Agostino

Il richiamo dell’interiorità del cuore, della coscienza e della consapevolezza di sé, si ritrova in ogni cultura come pure nelle più diverse tradizioni religiose e, significativamente, si ripropone con grande urgenza e forza anche nel nostro tempo, spesso caratterizzato dall’apparenza, dalla scissione tra cuore e mente, tra coscienza e comportamenti.

I momenti di crisi, di cambiamento, di trasformazione non solo nelle relazioni sociali, ma anzitutto della persona e della sua più profonda identità, richiedono ineviabilmente la riflessione sull’interiorità, sull’essenza intima dell’essere umano. I Padri della Chiesa e gli scrittori latini del primi millennio cristiano hanno studiato su questo, proponendoci numerosi testi che ancora oggi sono di grandissima attualità e che meritano di non cadere nell’oblio.

Tra tutti un ruolo di assoluta preminenza spetta a Sant’Agostino, il quale partendo dalla sua personale esperienza, testimoniata nelle Confessioni, ci offre pagine indimenticabili e suggestive. Nel De vera religione, ad esempio, egli si chiede in che cosa consiste la vera armonia e scrive: «Non uscire fuori di te, ritorna in te stesso; la verità abita nell’uomo interiore e, se troverai che la tua natura è mutevole, trascendi anche da te stesso». La sua riflessione diventa poi accorato appello nel Commento al Vangelo di Giovanni: «Rientrate nel vostro cuore! Dove volete andare lontani da voi? Andando lontano vi perderete. Perché vi mettete su strade diverse?».

Quindi rinnovando l’invito addita la meta, l’approdo del viaggio dell’uomo: «Rientra nel cuore; lì esamina quel che forse percepisci di Dio, perché lì si trova l’immagine di Dio; nell’interiorità dell’uomo abita Cristo, nella tua interiorità tu vieni rinnovato secondo l’immagine di Dio; nell’immagine di lui riconosci il tuo Creatore». Queste affermazioni risultano di straordinario interesse anche per la nostra epoca e sarebbero da ripetere a noi stessi, a coloro con cui condividiamo il nostro percorso, soprattutto ai più giovani che cominciano la grande avventura della vita e spesso rimangono coinvolti nei labirinti della superficialità e della banalità, del successo esteriore che nasconde un vuoto interiore. Sappiate, dunque, far tesoro del ricchissimo patrimonio della tradizione latina per educare i giovani al cammino della vita.