Pasqua, il ritorno dall’esilio al conforto della luce
Anche noi possiamo vivere a volte una sorta di esilio, quando la solitudine, la sofferenza, la morte ci fanno pensare di essere stati abbandonati da Dio. In questi casi uno può chiedersi: dov’è Dio? Il profeta Geremia ci dà una prima risposta. Il popolo esiliato potrà tornare a vedere la sua terra e sperimentare la misericordia del Signore. E’ il grande annuncio di consolazione: Dio non è assente nelle drammatiche situazioni, Dio è vicino, e fa opere grandi di salvezza in chi confida in Lui. Non si deve cedere alla disperazione, ma continuare a essere sicuri che il bene vince il male e che il Signore asciugherà ogni lacrima e ci libererà da ogni paura. Il Signore è fedele, non abbandona alla desolazione. Dio ama di un amore senza fine, che neppure il peccato può frenare, e grazie a Lui il cuore si riempie di gioia e di fiducia. Il profeta Geremia a quanti ritorneranno a Gerusalemme dice: «Verranno e canteranno inni all’altura di Sion, andranno insieme verso i beni del Signore, verso il grano, il vino e l’olio, i piccoli del gregge e del bestiame. Saranno come un giardino irrigato, non languiranno più» (Ger 31,32). Gli esuli torneranno a Sion, salendo il monte santo verso la casa di Dio, e così potranno di nuovo innalzare inni e preghiere al Signore che li ha liberati. La terra, che il popolo aveva dovuto abbandonare, era divenuta preda di nemici e desolata, adesso, invece riprende vita e rifiorisce. Il profeta Geremia ci ha dato l’annuncio, presentando il ritorno degli esiliati come un grande simbolo della consolazione data a chi si converte.
Il Signore Gesù, da parte sua, ha portato a compimento questo messaggio del profeta. Il vero e radicale ritorno dall’esilio e la confortante luce dopo il buio della crisi di fede, si realizza a Pasqua, nell’esperienza piena e definitiva dell’amore misericordioso di Dio che dona gioia, pace e vita eterna.