La Chiesa è un corpo che cresce e si muove
D’altra parte, si nota particolarmente un calo molto forte della partecipazione alla Messa domenicale, nonché alla vita sacramentale. Dove negli anni Sessanta ovunque erano moltissimi i fedeli che partecipavano tutte le domeniche alla Santa Messa, oggi sono spesso al di sotto del 10 per cento. Ai Sacramenti ci si accosta sempre di meno. Il sacramento della Penitenza è sovente scomparso. Sempre meno cattolici ricevono la Comunione e contraggono un Matrimonio canonico. Il numero delle vocazioni al ministero sacerdotale e alla vita consacrata è nettamente diminuito.
Considerati questi fatti si può parlare veramente di una erosione della fede cattolica in Germania. Che cosa possiamo fare? Prima di tutto occorre superare la rassegnazione che paralizza. Certamente non è possibile ricostruire dei relitti dei «bei tempi andati», quello che fu ieri. Possiamo, però, lasciarci ispirare dalla vita dei primi cristiani. Basta pensare a Priscilla e Aquila. Come coppia di sposi testimoniarono con parole convincenti (At 18,26), ma soprattutto con la vita, che la verità, fondata sull’amore di Cristo per la sua Chiesa, è veramente degna di fede. Il loro esempio ci può far riflettere, poiché vi è una tendenza ad una crescente istituzionalizzazione. Vengono inaugurate strutture sempre nuove, per le quali alla fine mancano i fedeli. Si tratta di una sorta di nuovo pelagianesimo, che ci porta a riporre la fiducia nelle organizzazioni perfette. Un’eccessiva centralizzazione, anziché aiutare, complica la vita della Chiesa e la sua dinamica apostolica.
La Chiesa non è un sistema chiuso che gira sempre intorno alle stesse domande e interrogativi. La Chiesa è viva, si presenta agli uomini nella realtà, sa inquietare, sa amare. Ha un volto non rigido, ha un corpo che si muove, cresce e prova sentimenti: è il corpo di Gesù Cristo. L’imperativo è la conversione pastorale, cioè fare in modo che le strutture della Chiesa diventino tutte più missionarie.