I figli sono la gioia della famiglia e della società
È questa – ha proseguito il Papa – una splendida immagine della felicità che si realizza nel ricongiungimento tra i genitori e i figli, che camminano insieme verso un futuro di libertà e di pace, dopo un lungo tempo di privazioni e di separazione, quando il popolo ebraico si trovava lontano dalla patria. In effetti, c’è uno stretto legame fra la speranza di un popolo e l’armonia tra le generazioni. La gioia dei figli fa palpitare il cuore dei genitori e riapre il futuro.
I figli sono la gioia della famiglia e della società. Non sono un problema di biologia riproduttiva, né uno dei tanti modi di realizzarsi, e tanto meno sono un possesso dei genitori. I figli sono un dono. Un figlio lo si ama perché è figlio: non perché è bello. Un figlio è un figlio: una vita generata da noi ma destinata a lui, al suo bene, al bene della famiglia, della società, dell’umanità intera. Di qui viene anche la profondità dell’esperienza umana dell’essere figlio e figlia, che ci permette di scoprire la dimensione più gratuita dell’amore che non finisce mai di stupirci. È la bellezza di essere amati prima: i figli sono amati prima che arrivino. Sono amati prima di aver fatto qualcosa per meritarlo, prima di saper parlare o pensare, addirittura, prima di venire al mondo! Essere figli è la condizione fondamentale per conoscere l’amore di Dio. Nell’anima di ogni figlio, per quanto vulnerabile, Dio pone il sigillo di questo amore, che è alla base della sua dignità personale che niente e nessuno potrà distruggere. Il quarto comandamento chiede ai figli di onorare il padre e la madre (Es 20,12). Questo comandamento viene subito dopo quelli che riguardano Dio stesso. Infatti contiene qualcosa di sacro, qualcosa di divino, qualcosa che sta alla base di ogni altro genere di rispetto fra gli uomini.
Una società di figli che non onorano i genitori è una società senza onore; quando non si onorano i genitori si perde il proprio onore! E’ una società destinata a riempirsi di giovani aridi e avidi. Gesù, il Figlio eterno, reso figlio nel tempo, ci aiuti a trovare la strada di una nuova irradiazione di questa esperienza umana così semplice e così grande che è l’essere figli.