Unzione degli infermi, è Gesù che dà sollievo

Questo però – ha aggiunto – non ci deve far scadere nella ricerca ossessiva del miracolo o nella presunzione di poter ottenere sempre e comunque la guarigione. Ma è la sicurezza della vicinanza di Gesù al malato e anche all’anziano. Ma quando c’è un malato a volte si pensa: «chiamiamo il sacerdote perché venga; «No, poi porta malafortuna, non chiamiamolo», oppure «poi si spaventa l’ammalato».

Perché si pensa questo? Perché c’è un po’ l’idea che dopo il sacerdote arrivano le pompe funebri. E questo non è vero.

Il sacerdote viene per aiutare il malato o l’anziano; per questo è tanto importante la visita dei sacerdoti ai malati.

Bisogna chiamare il sacerdote presso il malato e dire: «venga, gli dia l’Unzione, lo benedica». E’ Gesù stesso che arriva per sollevare il malato, per dargli forza, per dargli speranza, per aiutarlo; anche per perdonargli i peccati. E questo è bellissimo!

E non bisogna pensare che questo sia un tabù, perché è sempre bello sapere che nel momento del dolore e della malattia noi non siamo soli: il sacerdote è coloro che sono presenti durante l’Unzione degli infermi rappresentano infatti tutta la comunità cristiana che, come un unico corpo si stringe attorno a chi soffre e ai familiari, alimentando in essi la fede e la speranza, e sostenendoli con la preghiera e i calore fraterno.

Ma il conforto più grande deriva dal fatto che a rendersi presente nel Sacramento è lo stesso Signore Gesù, che ci prende per mano, ci accarezza come faceva con gli ammalti e ci ricorda che ormai gli apparteniamo e che nulla, neppure il male e la morte, potrà mai separarci da Lui.

Abbiamo questa abitudine di chiamare il sacerdote – ha concluso Papa Francesco – perché ai nostri malati e anche agli anziani, venga di loro questo Sacramento, questa forza di Gesù per andare avanti. Facciamolo!