Il primo Angelus a Castel Gandolfo

Dopo aver salutato gli abitanti della cittadina, che assieme ai pellegrini, erano accorsi numerosi, ha voluto commentare il Vangelo del giorno, consistente nella parabola del buon samaritano. Chi era quest’uomo? Era un uomo qualunque che scendeva da Gerusalemme a Gerico sulla strada che attraversa il diserto della Galilea. Da poco, su quella strada, un altro uomo era stato assalito dai briganti, derubato, percosso e abbandonato mezzo morto. Prima del samaritano passano un sacerdote e un levita, cioè due persone addette al culto del Tempio del Signore. Vedono quel poveretto, ma passano oltre senza fermarsi. Invece il samaritano, quando vide quell’uomo, «ne ebbe compassione» dice il Vangelo. Si avvicinò, gli fasciò le ferite, versandovi sopra un po’ d’olio e di vino ; poi lo coricò sulla sua cavalcatura, lo portò in albergo e pagò l’alloggio per lui…Insomma si prese cura di lui : è l’esempio dell’amore per il prossimo.

Ma perché – si è chiesto Papa Francesco – Gesù sceglie un samaritano come protagonista della parabola ? Perché i samaritani erano disprezzati dai Giudei, a causa di diverse tradizioni religiose; eppure Gesù fa vedere che il cuore di quel samaritano è buono e generoso e che, a differenza del sacerdote e del levita, lui mette in pratica la volontà di Dio, che vuole la misericordia più che i sacrifici. Dio – ha aggiunto – sempre vuole la misericordia e non la condanna verso di tutti. Vuole la misericordia del cuore, perché Lui è misericordioso e sa capire bene le nostre miserie, le nostre difficoltà e i nostri peccati. Dà a tutti noi un cuore misericordioso! Il samaritano fa proprio questo: imita la misericordia di Dio, la misericordia verso chi ha bisogno. Un uomo che ha vissuto pienamente questo Vangelo del buon samaritano – ha detto ancora il Papa – è il Santo che ricordiamo oggi: san Camillo de Lellis, fondatore dei Ministri degli Infermi, patrono dei malati e degli operatori sanitari.

San Camillo morì il 14 luglio 1614: oggi si apre il suo quarto centenario, che culminerà tra un anno. Saluto con grande affetto tutti i figli e le figlie spirituali di san Camillo, che vivono il suo carisma di carità a contatto con i malati. Siate come lui buoni samaritani! E anche ai medici, agli infermieri e a coloro che lavorano negli ospedali e nelle case di cura, auguro di essere animati dallo stesso spirito.