Dio non condanna, Lui solo ama e salva

La Croce di Gesù è la Parola con cui Dio ha risposto al male del mondo. A volte – ha aggiunto il Pontefice – ci sembra che Dio non risponda al male, che rimanga  in silenzio. In realtà Dio ha parlato, ha risposto e la sua risposta è la Croce di Cristo : una Parola che è amore, misericordia, perdono. È anche giudizio: Dio ci giudica amandoci. Se accolgo il suo amore sono salvato, se lo rifiuto sono condannato, non da Lui, ma da me stesso, perché Dio non condanna, Lui solo ama e salva.

La parola della Croce – ha continuato Papa Francesco – è anche la risposta dei cristiani al male che continua ad agire in noi e intorno a noi. I cristiani devono rispondere al male con il bene, prendendo su di sé la Croce, come Gesù. Questa sera – ha osservato – abbiamo sentito la testimonianza dei nostri fratelli del Libano : sono loro che hanno composto le belle meditazioni e preghiere. Li ringraziamo di cuore per questo servizio e soprattutto per la testimonianza che ci danno. Lo abbiamo visto quando Papa Benedetto XVI è andato nella loro terra, abbiamo notato la bellezza e la forza della comunione dei cristiani di quel Paese e dell’amicizia di tanti fratelli musulmani e di molti altri. È stato un segno per il Medio Oriente e per il mondo intero: un segno di speranza. Allora continuiamo questa «Via Crucis» nella vita di tutti i giorni. Camminiamo insieme sulla via della Croce, camminiamo portando nel cuore questa Parola di amore e di perdono. Camminiamo aspettando la Risurrezione di Gesù, che ci ama tanto. È tutto amore.

Ancora sulla pace nel Medio Oriente Papa Francesco è voluto ritornare nel messaggio pasquale «urbi et orbi» di domenica 31 marzo quando ha auspicato che Israeliani e Palestinesi, che faticano a trovare la strada della concordia, riprendano con coraggio e disponibilità i negoziati per porre fine a uno scontro che dura da anni. Ha invocato pace anche in Iraq, perché cessi definitivamente la violenza e, soprattutto, per l’amata Siria, per la sua popolazione ferita dal conflitto e per i numerosi profughi, che chiedono aiuto e attenzione. Quanto sangue è stato versato! Papa Francesco ha concluso chiedendosi: quante sofferenze dovranno essere ancora inflitte prima che si riesca a trovare una soluzione politica alla crisi?