Il diritto a un’educazione nella verità e alla verità

Invito i vostri governi – ha esordito il Pontefice – a contribuire con coraggio al progresso della nostra umanità favorendo l’istruzione delle nuove generazione grazie alla promozione di una sana antropologia, base indispensabile per ogni autentico insegnamento e conforme al patrimonio culturale comune.

Il diritto a un’educazione ai giusti valori – ha proseguito il Papa – non deve mai essere negato né dimenticato. Il dovere di educare a tali valori non deve mai essere impedito o indebolito da qualsivoglia interesse politico nazionale o sovranazionale. È pertanto necessario educare nella verità e alla verità. Ma, «che cos’è la verità?» (Gv 18,38), si chiedeva già Pilato, che era un governatore. Ai giorni nostri – ha continuato Benedetto XVI – dire il vero è divenuto sospetto, voler vivere nella verità sembra superato e promuoverla sembra essere uno sforzo vano. Eppure il futuro del genere umano si trova anche nel rapporto dei bambini e dei giovani con la verità: la verità sull’uomo, la verità sul creato, la verità sulle istituzioni. Oltre all’educazione alla rettitudine del cuore e della mente, i giovani hanno pure bisogno, oggi più che mai, di essere istruiti al senso dello sforzo e della perseveranza nelle difficoltà.

Occorre – ha aggiunto il Papa – insegnare loro che ogni atto che la persona umana compie deve essere responsabile e coerente con il suo desiderio d’infinito, e che tale atto accompagna la sua crescita in vista di una formazione sempre più fraterna e libera da tentazioni individualiste e materialiste. Desidero salutare per mezzo vostro – ha detto ancora il Pontefice – i vescovi e i fedeli della comunità cattoliche presenti nei vostri Paesi. La Chiesa compie la sua missione nella fedeltà al suo Signore e con l’impegno di apportare il suo aiuto specifico alla crescita integrale dei vostri concittadini, in particolare attraverso la sua opera pedagogica.

La Chiesa partecipa a questa azione , mediante le sue strutture scolastiche, caritative e sanitarie, avendo a cuore il risveglio delle coscienze al rispetto reciproco. Incoraggio i vostri governanti – ha concluso – perchè continuino a far si che la Chiesa, liberamente, si occupi dei suoi ambiti di attività, nell’interesse del bene comune dei vostri Paesi.