Gesù non è il personaggio di una fiaba

DI ANDREA DRIGANINella prima udienza generale del 2007, che si è svolta mercoledì 3 gennaio, Papa Benedetto XVI ha affermato, tra l’altro, che la gioia del Natale non ci deve far dimenticare il mistero del male (mysterium iniquitatis); il potere delle tenebre, infatti, tenta di oscurare lo splendore della luce divina come ricorda il prologo del vangelo di San Giovanni: «La luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l’hanno accolta» (1,5). È il dramma del rifiuto di Cristo – ha detto ancora il Pontefice – che, come in passato, si manifesta e si esprime, purtroppo, anche oggi in tanti modi diversi. Forse persino più subdole e pericolose sono le forme del rifiuto di Dio nell’era contemporanea – ha proseguito Benedetto XVI – dall’ateismo scientista alla presentazione di un Gesù cosiddetto modernizzato o postmodernizzato, cioè un Gesù ridotto ad un semplice uomo del suo tempo, privato della sua divinità, oppure un Gesù talmente idealizzato da sembrare il personaggio di una fiaba.

Ma Gesù – ha aggiunto il Papa – il Gesù della storia, è vero Dio e vero Uomo e non si stanca di proporre il suo Vangelo a tutti sapendo di essere «segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,32-33). In realtà – ha continuato il Pontefice – solo il Bambino che giace nel presepio possiede il vero segreto della vita, per questo chiede di accoglierlo nei nostri cuori, nelle nostre case, nelle nostre città e nelle nostre società. Cerchiamo di essere tra quelli che lo accettano – ha esortato Benedetto XVI – dinanzi a Lui non si può restare indifferenti. Quale sarà la nostra risposta? Con quale atteggiamento lo accogliamo? Ci venga in aiuto la semplicità dei pastori, la ricerca dei Magi, la docilità di Maria e la sapiente prudenza di Giuseppe.

Gli oltre duemila anni di storia cristiana – ha osservato il Papa – sono pieni di esempi di uomini e donne, di giovani e adulti, di fanciulli ed anziani che hanno creduto al mistero del Natale, aprendo le braccia all’Emmanuele, e con loro vita sono diventati fari di luce e di speranza. L’amore che Gesù, nascendo a Betlemme, ha recato al mondo lega a sé quanti lo accolgono in un duraturo rapporto di amicizia e di fraternità. Andiamo insieme con Gesù – ha concluso il Pontefice – camminiamo con Lui e così l’anno nuovo sarà un anno felice e buono.