Fede e scienza: la lezione di San Tommaso

DI ANDREA DRIGANIDomenica 28 gennaio, prima della recita dall’Angelus, Papa Benedetto XVI ha osservato che in quel giorno il calendario liturgico ricordava San Tommaso d’Aquino. Con il suo carisma di filosofo e di teologo – ha detto il Pontefice – egli ci offre un valido modello di armonia tra ragione e fede, dimensioni dello spirito umano – ha aggiunto – che si realizzano pienamente nell’incontro tra di loro. Secondo il pensiero di San Tommaso – ha continuato il Papa – la ragione umana , «respira», cioè si muove in un orizzonte ampio ed aperto, dove può esprimere il meglio di sé, quando invece l’uomo si riduce a pensare soltanto ad oggetti materiali e verificabili, chiudendosi ai grandi interrogativi sulla vita, su se stesso e su Dio, si impoverisce. Il rapporto tra fede e ragione – ha rilevato – è una seria sfida per la cultura contemporanea ed ha rammentato, a tal proposito, l’insegnamento dell’Enciclica «Fides et ratio» di Giovanni Paolo II. In effetti – ha proseguito Benedetto XVI – la tendenza a considerare vero soltanto ciò che è sperimentabile costituisce una limitazione alla ragione umana e produce una terribile schizofrenia per cui convivono razionalismo e materialismo, ipertecnologia ed istintività sfrenata.

La fede cristiana – ha affermato il Pontefice – non mortifica la libertà e la razionalità umana ed allora – si è chiesto – perché fede e ragione devono avere paura l’una dell’altra, se incontrandosi e dialogando possono esprimersi al meglio? La fede suppone la ragione e la perfeziona, e la ragione, illuminata dalla fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio.

Con lungimirante saggezza – ha sostenuto il Papa – Tommaso d’Aquino riuscì ad instaurare un confronto fruttuoso con il pensiero arabo ed ebraico del suo tempo, così da essere considerato un maestro sempre attuale di relazioni con le altre culture. Egli seppe presentare – ha osservato Benedetto XVI – quella mirabile sintesi cristiana tra ragione e fede che per la civiltà occidentale rappresenta un patrimonio prezioso, a cui anche oggi attingere per rapportarsi efficacemente con le grandi tradizioni culturali e religiose dell’est e del sud del mondo.

Preghiamo – ha concluso il Pontefice – affinché i cristiani, specialmente quanti operano in ambito accademico ed intellettuale, sappiano esprimere la ragionevolezza della loro fede e testimoniarla in un dialogo ispirato dalla carità.