Contro il relativismo, il coraggio della verità

DI ANDREA DRIGANISabato 10 febbraio Papa Benedetto XVI ha ricevuto, nella Biblioteca Privata, una delegazione dell’Accademia delle Scienze Morali e Politiche di Parigi. Rivolgendosi ai presenti il Pontefice ha ricordato che l’azione e la riflessione delle autorità civili devono essere incentrate su due elementi: il rispetto di ogni essere umano e la ricerca del bene comune. L’espandersi del soggettivismo – ha detto il Papa – fa si che ognuno tenda a considerarsi come unico punto di riferimento e a ritenere che quello che lui pensa abbia carattere di verità, occorre pertanto – ha affermato Benedetto XVI – formare le coscienze sui valori fondamentali, che non possono essere scherniti senza mettere in pericolo l’uomo e la società stessa e sui criteri oggettivi di una decisione, che presuppongono un atto della ragione. Poiché la persona è costitutivamente in relazione, il senso della fraternità e della solidarietà, nonchè del bene comune – ha proseguito il Pontefice – si fondano sulla vigilanza rispetto ai fratelli ed all’organizzazione della società, conferendo un posto ad ognuno, affinché possa vivere nella dignità ed avere il necessario per la propria esistenza e per quella della famiglia della quale è responsabile. Occorre poi il coraggio di dire la verità e di seguirla.

La vera libertà – ha aggiunto il Papa – consiste nel procedere lungo il cammino della verità, secondo la propria vocazione, sapendo che ognuno ne dovrà render conto al Creatore e Salvatore. Una delle sfide per i nostri contemporanei, ed in particolare per i giovani – ha continuato Benedetto XVI – consiste nell’accettare di non vivere nell’esteriorità e nell’apparenza, ma nello sviluppare la vita interiore, ambito unificatore dell’essere e dell’agire, luogo del riconoscimento della nostra dignità di figli di Dio chiamati alla libertà, non separandosi dal Signore, ma rimanendo a Lui legati. È importante – ha rilevato il Pontefice – che l’uomo non si lasci ostacolare da catene esteriori, come il relativismo, la ricerca del potere e del profitto ad ogni costo, la droga, i rapporti affettivi sregolati, la confusione nel campo del matrimonio, il misconoscimento dell’essere umano in tutte le fasi della sua esistenza, dal concepimento alla fine naturale. Dobbiamo avere la forza di rammentare alla gente cos’è l’uomo e cos’è l’umanità, ha concluso il Papa.

Discorso ai partecipanti al Congresso sul diritto naturale