Ogni uomo è partecipe del «Logos»
DI ANDREA DRIGANI
Nell’Udienza generale del 21 marzo Papa Benedetto XVI, continuando a riflettere sulle grandi figure della Chiesa nascente, ha parlato di San Giustino, filosofo e martire, il più importante degli «apologisti», che erano quegli antichi scrittori cristiani i quali si proponevano di difendere la nuova religione dalle accuse dei pagani e degli ebrei e di diffondere la fede in termini adatti alla cultura del loro tempo. Il Pontefice ha ricordato che San Giustino, nato attorno all’anno 100 presso l’antica Sichem, in Samaria, cercò a lungo la verità pellegrinando nelle varie scuole della tradizione filosofica greca per approdare poi alla fede cristiana che egli considerò come la vera filosofia e quindi come l’arte di vivere in modo retto. Fondò una scuola a Roma, dove gratuitamente iniziava gli allievi alla nuova religione, per questo fu denunciato e decapitato, verso il 165, sotto l’imperatore Marco Aurelio. Nelle sue opere (due Apologie ed il Dialogo con Trifone) il Papa ha osservato che San Giustino intende illustrare anzitutto il progetto divino della creazione e della salvezza che si compie in Gesù Cristo, il Logos, cioè il Verbo eterno, la Ragione eterna, la Ragione creatrice. Ogni uomo, in quanto creatura razionale, è partecipe del Logos, ne porta in sé un «seme» e può cogliere i barlumi della verità. Per San Giustino – ha continuato Benedetto XVI – il cristianesimo è la manifestazione storica e personale del Logos, perciò «tutto ciò che di bello è stato espresso da chiunque appartiene a noi cristiani». In questo modo – ha proseguito il Pontefice – San Giustino pur contestando alla filosofia greca le sue contraddizioni, orienta decisamente al Logos qualunque verità filosofica, motivando dal punto di vista razionale, la singolare «pretesa» di verità e di universalità della religione cristiana. In un’età come la nostra – ha detto il Papa – segnata dal relativismo nel dibattito sui valori e sulla religione, questa lezione di San Giustino non è da dimenticare. A tale scopo – ha concluso il Pontefice – vi ripropongo le ultime parole del misterioso vegliardo incontrato da Giustino sulle rive del mare e riportate nel Dialogo con Trifone: «Tu prega anzitutto che le porte della luce ti siano aperte, perché nessuno può vedere e comprendere, se Dio e il suo Cristo non gli concedono di capire».