Il grano del Vangelo, la pula del materialismo
di Andrea Drigani
Venerdì 6 giugno Papa Benedetto XVI ha ricevuto i vescovi di Malaysia, Singapore e Brunei. Il Pontefice nel suo discorso ha esordito affermando che i popoli asiatici mostrano un intenso desiderio di Dio. Se la fede deve fiorire, tuttavia deve mettere radici in modo da non essere percepita come un prodotto estero, alieno alla cultura ed alle tradizioni della gente. In particolare – ha proseguito il Papa – dovete garantire che il Vangelo cristiano non venga confuso in alcun modo con i principi secolari associati all’illuminismo. Al contrario, «vivendo secondo la verità nella carità» (Ef 4,15) potete guidare i vostri concittadini – ha aggiunto Benedetto XVI – a separare il grano del Vangelo dalla pula del materialismo e del relativismo. Non tutti i territori che rappresentate – ha detto ancora il Pontefice – offrono lo stesso grado di libertà religiosa e che molti di voi incontrano gravi difficoltà nel promuovere l’istruzione religiosa cristiana nelle scuole. Non scoraggiatevi, ma continuate a proclamare con convinzione le «imperscrutabili ricchezze di Cristo» (Ed 3,8) cosicché tutti possano apprendere l’amore di Dio reso manifesto in Gesù. In un dialogo un aperto e onesto con musulmani, buddisti, induisti e seguaci di altre religioni – ha continuato il Papa – aiutate le vostre popolazioni a riconoscere e osservare la legge «scritta nei loro cuori» (RM 2,15), articolando chiaramente la verità del Vangelo. In tal modo il vostro insegnamento potrà raggiungere un ampio pubblico e contribuire a promuovere una visione unificata del bene comune. Nei vostri Stati – ha osservato Benedetto XVI – vi sono alcune regioni in cui è raro vedere un sacerdote e altre in cui le persone non conoscono il Vangelo.
In questo caso la formazione dei laici assume un’altra importanza affinché mediante la catechesi i figli di Dio dispersi possano conoscere la speranza alla quale sono chiamati. In tal modo saranno pronti ad accogliere il sacerdote quando giungerà fra loro. Dite ai vostri catechisti, sia laici sia religiosi – ha concluso il Papa – che li ricordo nelle mie preghiere e che apprezzo il contributo enorme che apportano alla vita delle comunità cristiane, grazie allo loro opera vitale innumerevoli uomini, donne e bambini vengono messi in grado di «conoscere l’amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza» e quindi di essere «ricolmi di tutta la pienezza di Dio» (Ed 3,18).