In tre encicliche il pensiero di Pio XII

DI ANDREA DRIGANI

Giovedì 9 ottobre Papa Benedetto XVI ha presieduto la concelebrazione eucaristica nel 50° anniversario della morte del servo di Dio Pio XII. All’omelia ha osservato che tantissimi furono i suoi discorsi, le allocuzioni e i messaggi che tenne a scienziati, medici, esponenti di categorie lavorative più diverse, alcuni dei quali conservano ancora oggi una straordinari attualità e continuano ad essere un punto di riferimento sicuro. Ha poi rammentato che Paolo VI, che fu suo collaboratore, lo considerava un precursore del Concilio Vaticano II. Da questo punto di vista – ha osservato Benedetto XVI – molti suoi documenti meriterebbero di essere ricordati, in particolare almeno tre Encicliche. La prima la Mystici Corporis pubblicata il 29 giugno 1943, mentre ancora infuriava la guerra, con la quale Pio XII descriveva i rapporti spirituali e visibili che uniscono gli uomini al Verbo incarnato e proponeva di integrare in questa prospettiva tutti i temi dell’ecclesiologia, offrendo per la prima volta una sintesi dogmatica e teologica che sarebbe stata la base per la costituzione conciliare Lumen gentium. La seconda la Divino afflante Spiritu del 20 settembre 1943, nella quale stabiliva le norme dottrinali della per lo studio della Sacra Scrittura, mettendone in rilievo l’importanza ed il ruolo nella vita cristiana. Si tratta – ha detto Benedetto XVI – di un documento che testimonia una grande apertura alla ricerca scientifica sui testi biblici. Si deve a questa intuizione profetica di Pio XII l’avvio di un serio studio delle caratteristiche della storiografia antica, per favorire la comprensione della natura dei libri sacri, senza indebolirne o negarne il valore storico. L’approfondimento dei «generi letterar», che intendeva capire quanto l’autore sacro aveva voluto dire, fino al 1943, era stato visto con sospetto, anche per gli abusi che si erano verificati. La terza enciclica che il Pontefice ha voluto menzionare è la Mediator Dei, dedicata alla liturgia, promulgata il 20 novembre 1947. Con questa lettera Pio XII dette impulso al movimento liturgico, insistendo sull’elemento essenziale del culto che deve essere quello interno, è necessario difatti – egli scrisse – vivere sempre di Cristo, tutto a Lui dedicarsi, affinchè in Lui, con Lui e per Lui sia dia gloria al Padre, diversamente la religione diventa un formalismo senza fondamento e senza contenuto.